Cars 2 di Brad Lewis, John Lasseter

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locandina Cars 2
 
Regista: Brad Lewis, John Lasseter
Titolo originale: Cars 2
Durata: 120'
Genere: Animazione, Commedia, Avventura
Nazione: U.S.A.
Rapporto:

Anno: 2011
Uscita prevista: 22 Giugno 2011 (cinema)

Attori:
Sceneggiatura: Ben Queen, John Lasseter, Brad Lewis, Dan Fogelman

Trama, Giudizi ed Opinioni per Cars 2 (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia:
Montaggio:
Musiche: Michael Giacchino

Produttore: Denise Ream
Produzione: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios
Distribuzione: Walt Disney Pictures

La recensione di Dr. Film. di Cars 2
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Colonna sonora / Soundtrack di Cars 2
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).

Voci / Doppiatori italiani:
Massimiliano Manfredi: Saetta (lightning) Mcqueen
Marco Messeri: Carl Attrezzi 'cricchetto'(mater)
Dario Penne: Finn Mcmissile
Paola Cortellesi: Holley Shiftwell
Marco Mete: Sir Miles Axlerod
Alessandro Siani: Francesco Bernoulli
Oreste Baldini: Siddeley
Mino Caprio: Prof. Zundapp
Alberto Caneva: Grem
Gianni Giuliano: Acer
Marco Della Noce: Luigi
Alex Zanardi: Guido
Renato Cecchetto: Mack
Ambrogio Colombo: Otis
Sergio Lucchetti: Jeff Gorvette
Lewis Hamilton: Lewis Hamilton
Ivan Capelli: Darrell Cartrip
Gianfranco Mazzoni: Brent Mustangburger
Giancarlo Bruno: David Hobbscap
Tiberio Timperi: Mel Dorado
Stefano Alessandroni: Rod 'torque' Redline
Herve' Ducroux: Tomber
Franco Nero: Zio Topolino
Sophia Loren: Mamma Topolino
Vanessa Redgrave: Regina D'inghilterra
Sabrina Ferilli: Sally Carrera
Eugenio Marinelli: Ramone
Barbara Castracane: Flo
Pietro Ubaldi: Sceriffo
Rodolfo Bianchi: Sergente
Ennio Coltorti: Fillmore
Paola Valentini: Minny
Antonio Sanna: Van
Francesca Palopoli: Lizzie
Silvio Anselmo: Crabby
Marco Franzelli: Speaker Porto Corsa

Voci / Doppiatori originali:
Owen Wilson: Saetta (lightning) Mcqueen
Larry The Cable Guy: Carl Attrezzi 'cricchetto'(mater)
Michael Caine: Finn Mcmissile
Emily Mortimer: Holley Shiftwell
Eddie Izzard: Sir Miles Axlerod
John Turturro: Francesco Bernoulli
Jason Isaacs: Siddeley
Thomas Kretschmann: Prof. Zundapp
Joe Mantegna: Grem
Peter Jacobson: Acer
Tony Shalhoub: Luigi
Guido Quaroni: Guido
John Ratzenberger: Mack
Jeff Garlin: Otis
Jeff Gordon: Jeff Gorvette
Lewis Hamilton: Lewis Hamilton
Darrell Waltrip: Darrell Cartrip
Brent Musburger: Brent Mustangburger
David Hobbs: David Hobbscap
Patrick Walker: Mel Dorado
Bruce Campbell: Rod 'torque' Redline
Michel Michelis: Tomber
Franco Nero: Zio Topolino
Vanessa Redgrave : Mamma Topolino
Vanessa Redgrave: Regina D'inghilterra
Bonnie Hunt: Sally Carrera
Cheech Marin: Ramone
Jenifer Lewis: Flo
Michael Wallis: Sceriffo
Paul Dooley: Sergente
Lloyd Sherr: Fillmore
Edie Mcclurg: Minny
Richard Kind: Van
Katherine Helmond: Lizzie
Sig Hansen: Crabby
Michael Michelis: Tomber
John Lasseter: John Lassetire

Informazioni e curiosità su Cars 2

Sequel di Cars - Motori ruggenti.
Avrà un seguito, Cars 3.

Note dalla produzione:
“Da piccolo amavo le automobili e sono cresciuto impregnato della cultura automobilistica tipica della California del Sud. Mio padre era un manager presso la Chevrolet, quindi ‘Cars’ è un film che sento molto. I suoi personaggi, la loro cittadina, il loro affetto e il modo in cui si sostengono reciprocamente e difendono il proprio stile di vita, sono temi a me particolarmente cari. Non riuscivo a smettere di pensare ai protagonisti di “Cars”. Volevo vivere con loro un’altra avventura, esplorare con loro il mondo intero, e ho pensato che avrei potuto abbinare a questo argomento un’altra mia grande passione: il genere dello spionaggio. L’idea di unire il mondo circoscritto di Radiator Springs al palcoscenico di un intrigo internazionale, mi affascinava e non mi abbandonava. E questo è il risultato”
-­-
John Lasseter, Regista


JOHN LASSETER TORNA AL POSTO DI GUIDA E trova irresistibile la gara e l’inseguimento fra spie Dopo aver ultimato “Cars”, John Lasseter voleva raccontare un’altra storia con questi personaggi che sia lui sia il pubblico hanno conosciuto e amato. E l’idea di “Cars 2” ha preso forma molto tempo prima che iniziasse la produzione del nuovo film. “Nel corso di ‘Cars’”, dice Lasseter, “volevamo sviluppare una scena in cui Saetta McQueen esce per la prima volta con Sally la Porsche e la porta in un cinema drive-­-in, che è l’ambiente perfetto per due automobili al primo appuntamento.
In quella occasione ci siamo chiesti: ‘Che film vanno a vedere?’ Io adoro i film di spionaggio e ho pensato che sarebbe stato divertente ambientare una storia di questo genere nel mondo delle automobili. Allora abbiamo inventato un personaggio di nome Finn McMissile che doveva essere il protagonista di questo piccolo film all’interno di ‘Cars’.

Continua Lasseter: “Da piccolo ero un grande fan della serie TV ‘The Man from U.N.C.L.E.’ e ho trasmesso il mio amore per lo spionaggio anche ai miei cinque figli. Abbiamo visto insieme la serie di ‘Bourne Identity’ centinaia di volte. E anche quando abbiamo deciso di cambiare quella scena, infatti Saetta e Sally, al primo appuntamento, corrono insieme all’aria aperta, non ho mai dimenticato l’idea di Finn McMissile e del film di spionaggio, perché, secondo me, aveva grandi potenzialità”. Nel 2006, durante il tour pubblicitario di ‘Cars’, in cui i filmmakers hanno girato il mondo, Lasseter si è reso conto che i vari ambienti internazionali avrebbero fornito un background perfetto per raccontare una nuova avventura in cui i personaggi di “Cars” restano coinvolti in una grande storia di spionaggio globale.

“E’ stato davvero eccitante portare Cricchetto in giro per il mondo e collocarlo nelle situazioni più tipiche di ogni paese che visita”, racconta Lasseter. “E’ così che si è accesa la scintilla di una seconda storia. Pensavo ai personaggi di ‘Cars’ e non facevo altro che ridere fra me e me, immaginando cosa avrebbe fatto Cricchetto fuori da Radiator Springs. Come si sarebbe trovato a guidare sull’altro lato della strada, in Inghilterra? E come se la sarebbe cavata sulle strade di Tokyo in cui non vi sono segnali in inglese ma solo ideogrammi incomprensibili agli occidentali? Per non parlare dell’Italia, in cui i segnali stradali fungono solo da suggerimenti e spesso passano totalmente inosservati!” Ma, al di là della possibilità di esplorare paesi diversi, nonché il mondo delle gare e dello spionaggio internazionale, Lasseter era affascinato dall’umorismo e dal calore che i suoi amati personaggi avrebbero generato in una storia del genere.

“L’umorismo di ‘Cars 2’ è strettamente legato alla personalità dei personaggi”, dice il regista, “e dalle loro reazioni quando si trovano a contatto con situazioni diverse dal solito. Tuttavia, il nucleo emotivo del film riguarda l’amicizia fra Saetta McQueen e Cricchetto, che viene messa alla prova in modo alquanto interessante. In questa storia emerge la forza della loro amicizia. Ciò che appare inossidabile in un luogo, può cambiare altrove. In circostanze diverse e in ambienti diversi un’amicizia scopre la sua profondità e sincerità”. Lasseter ha una particolare predilezione per Cricchetto.
“Cricchetto è un personaggio speciale, è totalmente onesto, non ha filtri, e dice esattamente quello che pensa”, spiega il regista. “E’ adorabile. E quando un personaggio così innocente si rende conto che la gente non ride insieme a lui, come ha sempre pensato, bensì ride di lui, è struggente assistere al modo in cui acquista immediatamente consapevolezza e inizia a comprendere la verità sul proprio conto o perlomeno, ciò che lui ritiene sia la verità. E’ davvero toccante perché nel corso di questo suo viaggio, che diventa anche interiore, alla fine la sua amicizia con Saetta McQueen si cementa ancora di più. I due amici si rendono conto che se c’è qualcuno che deve cambiare, quello non è Cricchetto bensì il mondo”.

Afferma il co-­-regista Brad Lewis, “John è sempre una grande fonte di ispirazione. Ha una immaginazione vivida e secondo me nel suo cervello coesistono tanti mondo diversi. Nel caso di ‘Cars 2’, i personaggi sono speciali per John. Abbiamo un grande passato insieme e una bellissima amicizia. E’ stato fantastico poter lavorare al suo fianco”. La produttrice Denise Ream afferma che lavorare con Lasseter è stato come un sogno che si avvera, e non solo per lei: “Dopo il primo ‘Cars’, la Pixar è cresciuta in modo consistente, perciò molti nuovi artisti non avevano ancora avuto l’occasione di lavorare con lui. E’ stato davvero meraviglioso avere l’opportunità di vedere John dirigere gli artisti e gli animatori e collaborare con tutti i vari dipartimenti. E’ un regista molto preciso, sa quel che vuole ed è guidato da una grande passione. Inoltre è uno straordinario narratore. Aveva in mente questo film e abbiamo assistito con ammirazione al modo in cui ha portato la sua visione sullo schermo. E’ stata un’impresa non facile ma lui l’ha resa piacevole per tutti noi”.


ON THE ROAD: LA STORIA DI “CARS 2”
I filmmakers creano una trama ricca d’azione, ambientata nel mondo dello spionaggio internazionale Spionaggio internazionale. Gare mondiali. Amicizia. Ognuno di questi temi doveva avere ampio spazio in “Cars 2”, e il co-­-regista Brad Lewis, lo sceneggiatore Ben Queen e la squadra Pixar responsabile della storia, guidata da Nathan Stanton, hanno avuto il compito di amalgamarli nella trama. La sceneggiatura del film è opera di Queen ed è basata su una storia di Lasseter, Lewis e Dan Fogelman.
“Non si tratta della parodia di un film di spionaggio”, dice Lasseter. “Questo è un vero film di spionaggio, anche se i suoi personaggi sono automobili e non esseri umani. E’ un genere diverso che ci ha dato l’opportunità di giocare con tanti nuovi gadget. Il bambino che è in me si è espresso pienamente in questo film, più di quanto non fosse successo in passato. Divertiamoci con questo mondo, divertiamoci con questi gadget!” Dice Queen: “La sequenza di apertura in cui compare Finn McMissile, è interpretata in modo serio e veritiero, e produce un’incredibile suspense. La scena successiva si svolge invece a Radiator Springs e si torna ai toni della commedia. La cosa che funziona è proprio questa continua giustapposizione fra questi due mondi. E’ un film sulle spie, ma presenta momenti comici ed emozionanti.

Il resto del film catapulta il pubblico in una corsa senza sosta e in un turbinio di sentimenti”. Per Queen, che aveva già scritto e prodotto una serie televisiva per Fox intitolata “Drive”, che parla di una gara illegale di cross-­-country con personaggi che si identificano con le loro automobili, “Cars 2” è stato il suo primo film di animazione.
“Nel primo ‘Cars’ Cricchetto e Saetta scoprono la loro amicizia, e questa è una situazione con cui il pubblico si identifica facilmente”, dice Queen. “In questo secondo film volevamo portare questi personaggi fuori da Radiator Springs e collocarli in un ambiente in cui si sentono entrambi un po’ spaesati. Il ché mette sicuramente alla prova il loro legame”.

“Siamo giunti alla conclusione che la loro amicizia è il tema centrale del film”, aggiunge il supervisore della storia Nathan Stanton. “Abbiamo immaginato una storia che si svolge a 5 distanza di 4-­-5-­- anni da quando Cricchetto e Saetta si sono conosciuti. Da un lato c’è questa popolarissima macchina da corsa, dall’altro il suo migliore amico che è semplice e ingenuo e non conosce affatto il mondo. In fondo la loro amicizia non ha mai varcato i confini di Radiator Springs, ed è ora di metterla alla prova. Ci piaceva l’idea di esplorare cosa può accadere quando gli eventi e le situazioni cambiano”.
Lewis racconta: “All’inizio tutti erano entusiasti di questa storia, ma si chiedevano come avrebbero potuto renderla concretamente. Come avrebbero fatto a dare vita a un grande film di spionaggio internazionale sullo sfondo di una gara fra macchine da corsa?
La posta in gioco era molto alta ma tutti alla Pixar si sono dedicati anima e corpo a questo lavoro. E il risultato è uno dei film più belli che siano mai stati realizzati”.

“CARS 2” DIVENTA GLOBALE
La Gang di Radiator Springs si avventura in una folle corsa attraverso il Giappone, l’Italia, la Francia e l’Inghilterra. Quando “Cars” è uscito al cinema, nel 2006, gli spettatori si sono innamorati di Radiator Springs; il fascino e la semplicità di questa magica cittadina ha catturato l’interesse di tutti. In fin dei conti è il villaggio più grazioso della Contea di Carburetor. Così pensa il simpatico carro attrezzi della città e Cricchetto se ne intende di questo genere di cose. Ma quando è venuto il momento di rivisitare la gang di Radiator Springs, i filmmakers si sono chiesti come si sarebbe comportato questo carismatico gruppo di amici all’esterno del proprio focolare domestico.
Ma dove sarebbero potuti andare? In tutto il mondo, ovviamente! “Il mondo ‘normale’ diventa il mondo di Cars”, afferma il regista John Lasseter. “E questo è davvero incredibile. Ad esempio i film di Toy Story, pur raccontando ogni volta una storia diversa, si svolgono tutti all’interno di un ambiente circoscritto, nella stanza di Andy o in un luogo in cui vi sono solo giocattoli. “Cars 2” invece è davvero grande quanto il mondo in cui viviamo”.

I filmmakers hanno optato per ambientare la storia sulla scena internazionale. Continua Lasseter: “Saetta McQueen viene invitato al Gran Premio Mondiale, per misurarsi con le auto più veloci del pianeta in tre paesi fantastici: il Giappone, l’Italia e l’Inghilterra.
E ovviamente Cricchetto, che non ha mai visto nulla al di fuori di Radiator Springs, si sente totalmente perso a contatto con culture tanto diverse, e questo genera indimenticabili momenti di ilarità”. ON THE ROAD Un’avventura globale come “Cars 2” comporta una serie di sfide. Secondo la produttrice Denise Ream, il sequel del film partiva con un vantaggio iniziale, dato che molti dei suoi personaggi centrali e il loro mondo erano già stati descritti e consolidati in “Cars”.

Dichiara Ream: “Quando abbiamo affrontato ‘Cars 2’, ci è stato d’aiuto sapere che c’era già uno schema. Tuttavia abbiamo allargato il loro mondo per presentare i vari luoghi internazionali, quindi anche se il look era già stabilito, le dimensioni del film sono molto cambiate. Questa è stata la difficoltà più grande: riuscire a rappresentare queste località dinamiche, che sono il doppio di qualsiasi altro film Pixar”. “Il nostro mondo andava reinventato e trasformato in un mondo di macchine, ricco però di momenti comici ed emozionanti”, aggiunge il co-­-regista Brad Lewis.

“Ricordo gli sguardi increduli della squadra che avrebbe dovuto curare il look del film, quando gli ho dato le prime direttive rispetto a quello che avrebbero dovuto fare”. Ma gli artisti e i narratori dei Pixar Animation Studios sono stati completamente all’altezza del loro arduo compito.
Il primo passo è stato la ricerca, che la squadra ha svolto con passione ed entusiasmo, specialmente quando ha dovuto viaggiare in luoghi esotici, cercando di assorbire il più possibile la loro cultura. La squadra ha esplorato città europee e giapponesi per conferire alla trama e al look del film una totale autenticità, arricchendoli di dettagli importanti.


LONDRA
Diversi membri della squadra di produzione di “Cars 2” sono stati coinvolti in un intenso viaggio in Europa nel maggio 2009, visitando il maggior numero di città possibile, compreso un breve soggiorno a Londra. I filmmakers hanno preso nota della tavolozza cromatica che domina ogni Paese. Racconta lo scenografo Harley Jessup. “Londra è caratterizzata dal cielo grigio e dai muri di pietra che contrastano con i colori brillanti delle macchine e con il rosso degli autobus a due piani e delle cabine telefoniche.
Londra è ricca di accenti rossi e blu”. La visita comprendeva soste a Scotland Yard, alla House of Parliament, al Big Ben, a Westminster e al London Eye, ma Jay Shuster, direttore artistico dei personaggi, ha trascorso diverso tempo anche sulle strade comuni di Londra, per osservarne ogni angolo. “C’è stato un giorno in cui mi trovavo ad un incrocio, nel momento di maggiore traffico mattutino, cercando di memorizzare tutte le auto che vedevo, compresi i camion e gli autobus, proprio per riuscire a catturare il sapore e il gusto di quell’ambiente”.

Le osservazioni di Shuster hanno permesso alla squadra di popolare le città del mondo con i veicoli più appropriati. “Specie indigene”, così come lui le definisce. Gli artisti si sono divertiti a creare un mondo completamente popolato dalle automobile, trasformando persino alcuni dei monumenti più caratteristici di ogni città.
Dice Jessup: “Ci siamo ispirati a modelli di auto e a temi caratteristici della fine dell’800 e dei primi del ‘900 per decorare i monumenti più antichi, che sono le icone di queste città”. Ad esempio, nella Londra di “Cars 2”, il duomo della Cattedrale di St. Paul ha la forma di un cambio differenziale. Una delle trasformazioni preferite dalla squadra è il Big Ben — che in “Cars 2” viene appropriatamente denominato Big Bentley.

“Questo è forse il migliore esempio di un monumento che si inserisce perfettamente nel nostro mondo”, dice Jessup, che ha avuto l’opportunità di una rara visita all’interno del Big Ben. “Il Big Bentley gioca un ruolo centrale nella storia. Per poterlo adattare al mondo di ‘Cars’, l’abbiamo ingrandito del 250 percento; persino i meccanismi che potrebbero essere contenuti in una sala da conferenza, sono stati ingranditi almeno 50 volte ispetto alla loro dimensione normale. Questo monumento sfoggia anche il design e gli ornamenti tipici di una Bentley.
Lewis spiega che anche un altro monumento londinese doveva essere rappresentato. “Si tratta di Buckingham Palace”, dice il co-­-regista. “Abbiamo sempre pensato che il traguardo della gara doveva essere collocato vicino all’entrata di Buckingham Palace, per finire in modo maestoso. Abbiamo trovato molto divertente l’idea di Cricchetto che cerca di far ridere le guardie del Beefeater!”


PARIGI
La fantasia di Lasseter aveva da tempo immaginato Cricchetto a Parigi. “Come riuscirebbe Cricchetto a muoversi in quelle gigantesche rotatorie intorno all’Arco di Trionfo?” chiede. “Dove non c’è alcun tipo di segnaletica, né cartelli, né strisce sulla strada”.
Il film presenta immagini di Parigi che comprende uno scorcio del famoso monumento con Cricchetto che cerca di seguire il flusso del traffico. Anche qui la squadra di produzione ha trasformato i monumenti più noti della città: l’Arco di Trionfo ha la forma di un motore ed è corredato da lampeggianti. La scena comprende anche una coppia di automobili che si bacia romanticamente su un ponte che ricorda il Pont des Arts, un luogo che Lasseter e sua moglie Nancy non dimenticano mai di visitare quando si trovano in questa splendida città.

Lasseter ha anche voluto che la macchina-­-donna fosse disegnata nel colore preferito di sua moglie, il viola lavanda. E ovviamente anche il Pont des Arts è stato trasformato per il mondo di “Cars 2”, insieme agli altri monumenti più caratteristici della città: è infatti costruito con le molle a balestra usate nelle sospensioni delle macchine. La vetta della Tour Eiffel ha la forma della tipica candela di accensione europea degli anni ’30 mentre la sua base contiene parti di una ruota a raggi francese.
La leggendaria Cattedrale di Notre Dame è adornata con 24 “car-­-goyle” mentre gli archi rampanti assomigliano ai tubi di scappamento. La squadra di “Cars 2” ha avuto la possibilità di esplorare gli showroom degli Champs-­-Elysées e di visitare il Museo del Grand Palais e il Louvre. Ha visto la Bastiglia, l’Opera e il Musée d’Orsay e hanno voluto inserire Les Halles nel film.

Il vecchio mercato di frutta e verdura, demolito negli anni ’70, è stato ricreato per “Cars 2” e trasformato in un mercato di pezzi di ricambio di auto usate. “E’ diventato un luogo davvero suggestivo”, dice Jessup, “una vasta struttura in ferro battuto, in cui le macchine possono entrare e correre, e ha un aspetto zingaresco che lascerà tutti senza parole.
“Sono stato molto contento di lavorare a Parigi”, continua Jessup. “Avevamo studiato la città nei minimi dettagli per ‘Ratatouille’ e siamo stati felici di poterci tornare. Parigi è davvero splendida”.

ITALIA
Per sviluppare la finta città marittima di Porto Corsa, in Italia, la produzione di “Cars 2” ha visitato le varie località della costa italiana e francese, ispirandosi alle suggestiva litoranea che da Portofino conduce a Nizza, per poi assistere alla famosa gara automobilistica di Monaco.
“Quando abbiamo deciso di dare vita ad una cittadina italiana”, racconta Lewis, “per noi è stato come scrivere una lettera d’amore alle corse italiane. L’Italia infatti adora le macchine da corsa. Volevamo catturare questa passione, attraversando la splendida costa per arrivare fino al fermento di Monaco in cui impazza il gioiello italiano, la Formula 1, senza dimenticare una puntatina al celebre casinò di Monte Carlo”.

Portofino è stata una grande fonte di ispirazione per il look di Porto Corsa. “La Riviera italiana è punteggiata da tetti di terracotta, a tinte vivaci, di ciottoli, circondati dalla lussureggiante vegetazione mediterranea e da una limpida acqua turchese”, dice Jessup. La squadra voleva creare un look e un’atmosfera mondana per la cittadina di Porto Corsa, quindi ha mescolato l’architettura della Riviera francese con la natura di Portofino. Seguendo lo stile del film, la Marina di Porto ha la forma di un volante, mentre il casinò è costruito su una protuberanza che ricorda una Fiat 500 del 1948, la famosa ‘Topolino’: sui tavoli verdi all’interno del casinò rotolano variopinti dadi di stoffa, come quelli che ciondolano spesso dagli specchietti retrovisori all’interno delle macchine.
“I luoghi del film vengono caratterizzati in modo da diventare dei veri e propri personaggi a se stanti”, spiega Lasseter. “Arricchiscono il film di umorismo e spettacolarità, in un modo che non si era mai visto in un film Pixar prima d’ora”.


TOKYO
L’avventura oltre-­-oceano di “Cars 2” ha inizio in Giappone e i filmmakers non vedevano l’ora di mostrare le vibranti luci e colori che illuminano Tokyo di notte.
“I cartelloni del quartiere Ginza con i loro colori vivaci sono straordinari”, dice Jessup. Lasseter e Lewis, che hanno visitato il Giappone varie volte, erano entusiasti all’idea di condurvi le loro auto. “Non vedevamo lora di vedere i nostri personaggi a confronto con una cultura così diversa”, dice Lewis. “Saetta McQueen e Cricchetto sarebbero stati catapultati in situazioni molto intense, in cui Saetta sarebbe stato probabilmente a proprio agio mentre Cricchetto si sarebbe sentito totalmente fuori posto. E sicuramente si sarebbe fatto notare”.

Aggiunge Lasseter: “Chiunque sia stato in Giappone e si sia recato in un bagno giapponese conosce la differenza con le toilettes americane, che a confronto, sono davvero spoglie. Abbiamo pensato: ‘Come reagirebbe Cricchetto?’ e ‘Come sarebbe il bagno giapponese delle automobili?’ C’è da dire che ci siamo davvero divertiti”. Alcuni membri della squadra di produzione si sono recati a Tokyo nell’ottobre 2009 per studiare l’ambientazione delle scene iniziali del film. Fra i ricercatori c’era Sharon Calahan, il direttore della fotografia responsabile delle luci. “Tokyo era un po’ cambiata rispetto all’ultima volta che l’avevo vista”, dice Calahan, “ma è stato interessante visitare quelle zone che non ancora non conoscevo, i luoghi più appartati, meno turistici, così diversi dai quartieri luminosi e appariscenti del centro. Abbiamo esplorato la città liberamente per trarne la giusta ispirazione.

La sequenza del party per il Gran Premio Mondiale, che inaugura il film, è ambientata all’interno di un museo e il Centro Nazionale d’Arte di Tokyo si trovava proprio sotto al nostro hotel. All’inizio non l’avevamo preso in considerazione ma quando l’abbiamo visto ci è piaciuto e l’abbiamo trovato perfetto per quella scena”. “Oltre tutto è un luogo che si è prestato benissimo alla ‘caratterizzazione automobilistica’ che contraddistingue nel film”, dice Lewis. “E’ moderno e sofisticato e ci è sembrato il luogo ideale per mettere in scena la serata inaugurale del Gran Premio Mondiale”.
A Tokyo la squadra di produzione ha voluto ambientare la gara sulle strade. Ispirati dalla gara notturna di Formula 1 che si svolge sulle strade di Singapore, Lasseter e Lewis hanno visionato parecchio materiale d’archivio.
“La pista è costellata di alogene luci bianche”, spiega Lewis. “E’ bellissima. John ed io abbiamo utilizzato i neon di Tokyo per la corsa notturna. Un’atmosfera high tech e luminoso in un netto contrasto con la cittadina tipicamente americana di Radiator Springs”. “Questo film è molto diverso dal primo ‘Cars’”, dice Lasseter, “ma è pur sempre parte di quel mondo. Mostra lo sfarzo e il glamour, la tradizione e la modernità dell’Europa e del Giappone; 9 esplora lo spionaggio, le varie tecniche di gara e numerosi tipi di auto da corsa. E’ stata una bellissima esperienza”.

GLI ESPERTI DI AUTOMOBILISMO DELLA PIXAR ASSICURANO L’AUTENTICITA’ DEI PERSONAGGI
La squadra di “Cars 2” si è adoperata per ottenere un risultato convincente La Pixar prende talmente sul serio la sua passione per le macchine, al punto tale da nominare un tutore del franchise di “Cars” affinché tutto funzioni nei minimi dettagli.
Jay Ward, che ha curato il modeling e l’articolazione dei personaggi del primo film, in questa seconda produzione ha costituito la risorsa principale di tutte le informazioni relative alle macchine (comprese le domande relative alla costruzione di “Cars Land”, la nuova attrazione del California Adventure Theme Park della Disney, e la realizzazione di modellini da collezione).

Come per Lasseter, la passione di Ward per le automobili gli è stata trasmessa dal padre, che ha lavorato come concessionario e in seguito come rivenditore all’ingrosso e collezionista di auto d’epoca. Impiegato presso lo studio come esperto di automobili, Ward organizza anche l’annuale “Motorama” della Pixar, un evento estivo che risale al 2001, in cui gli impiegati e alcune società automobilistiche mettono in mostra i loro ‘gioielli’. Jay Shuster, che ha lavorato nel dipartimento artistico del primo “Cars” ed è stato direttore artistico dei personaggi di “Cars 2”, è un vero e proprio fanatico dei motori.
E’ cresciuto a Detroit, dove per 43 anni, suo padre ha progettato automobili presso la General Motors. Il ruolo di Shuster è stato di curare il design dei personaggi del film. “All’inizio ho parlato con John per capire cosa era richiesto ai personaggi in termini di funzionalità e personalità. Abbiamo svolto ricerche approfondite sul tipo di macchine che dovevamo creare.

Ci siamo ispirati a numerosissimi modelli e alla fine abbiamo sviluppato alcuni ibridi, che in seguito sono stati trasformati nei personaggi originali della Pixar”. Aggiunge: “Per ogni personaggio, dopo aver stabilito il design, abbiamo sviluppato un disegno ortografico da tre punti di vista, che descriveva tutte le superfici.
Dopo l’approvazione di John, affrontavamo il modeling il più velocemente possibile. Il nostro modello veniva passato al vaglio per perfezionare le proporzioni, la base delle ruote e la sincronia fra occhi e bocca. A quel punto la squadra del modeling iniziava a creare la geometria e la struttura che emergono nello spazio tridimensionale del computer”.

Complessivamente le squadre artistiche e quelle dedicate ai personaggi di “Cars 2” hanno supervisionato la creazione di 145 personaggi unici con un’aggiunta di 781 varianti. La creazione di 926 personaggi per un singolo film è ovviamente un record che può vantare la Pixar. Ward spiega: “Uno dei nostri compiti era di inserire in ogni contesto le giuste automobili che costituiscono i personaggi secondari. Ad esempio in Giappone non c’è la Toyota Camry perché lì guidano la Toyota Majestic.
Questi sono i dettagli a cui fare attenzione perché le macchine contribuiscono a raccontare la storia e a identificare ogni ambiente descritto nel film. “Ci siamo molto divertiti a disegnare le auto da corsa sullo stile della Formula 1, che sono tanto amate in tutto il mondo”, continua Ward. “Avendo creato anche le ‘scuderie’ a cui appartengono le nostre automobili, al posto di Formula 1 nel film abbiamo inventato la Formula Racers.

E’ stato un modo di rendere omaggio alla F1, la gara più prestigiosa e nota nel mondo. Francesco Bernoulli era uno dei nostri preferiti, con le sue ruote bene in vista. Con John Turturro che ha regalato al personaggio la giusta dose del tipico atteggiamento italiano un po’ smargiasso, Bernouille ricorda un po’ il modo di fare di Saetta nel primo film. Francesco pensa ancora che la vita consista nel raggiungere un traguardo, e non assapora il viaggio stesso. Per lui l’unica cosa importante è vincere e avere sempre un aspetto migliore degli altri” Dice Shuster: “Il look di Francesco è stata una sfida per tutta la squadra. Francesco è stato il disegno più difficile per via delle sue sospensioni in vista. Ha comportato un intenso lavoro di ingegneria ma devo confessare che lo adoro!”.

“Le macchine dei Formula Racers hanno un muso allungato”, continua Shuster, “Il tipo di espressione fisica generata dai movimenti di Francesco ha comportato un lavoro complesso ma alla fine il risultato è eccellente. Le sue pose sono molte accentuate e risulta piuttosto buffo”. Secondo Ward, i momenti della gara raccontati nella storia, hanno richiesto una ricerca specifica ma la squadra non si lamenta.
“Una cosa è assistere and una gara”, dice Ward, “un’altra è trovarsi realmente all’interno di una macchina e sentire la forza di gravità, le curve, l’accelerazione e la velocità”. A tal fine gli animatori hanno frequentato lezioni di guida, e questo è stato solo l’inizio. “Ci piace andare alle corse per osservare la gente, i fan, per ascoltare quei suoni che non si notano quando guardi un video”, dice Ward, che ha visitato diversi box di gara.

“Abbiamo cercato di catturare quegli elementi e quei momenti unici. Per il film siamo andati al Gran Premio di Monaco, che è pieno di gente e in cui l’eco dei motori risuona ovunque, come per magia. E’ stata un’esperienza fenomenale”. Gli esperti automobilistici della Pixar hanno amato molto anche le auto delle spie. “Finn McMissile è l’auto più fantastica del film perché è altamente performante”, spiega Ward. “Si trasforma in un aliscafo e in un sottomarino e possiede gadget incredibili, come le calamite sulle ruote che gli consentono di arrampicarsi su un muro d’acciaio.
Finn è un design sviluppato da noi e lo abbiamo realizzato ispirandoci al look degli anni ’60 europeo. Abbiamo svolto molte ricerche e quindi abbiamo passato il tutto a Jay Shuster e alla squadra del design dei personaggi. Abbiamo lavorato duramente per renderlo il più autentico possibile”.

Shuster ha avuto anche il compito di immaginare dove collocare l’attrezzatura da spia all’interno di Finn e Holley Shiftwell. “Non volevamo che Finn avesse il look ovvio di una spia”, spiega. “Volevamo che apparisse come un’elegante auto sportiva inglese degli anni ’60. Abbiamo studiato molto le vetture di quel periodo. Abbiamo selezionato gli elementi che più ci piacevano e li abbiamo inseriti in Finn.” Anche Holley Shiftwell, come Finn McMissile, deve il suo bell’aspetto alla squadra Pixar che ha creato il suo design. “Holley è stata sviluppata molto velocemente”, dice Shuster.
“Una domenica pomeriggio stavo buttando giù qualche sketch basato sulle indicazioni che John ci aveva fornito riguardo l’aspetto di Holley. C’è una nuova generazione di superauto che i piccoli fabbricanti privati creano in edizione limitata. Il giorno dopo John ha visto lo sketch e se ne è innamorato”. Ovviamente anche Holley è dotata di tutti gli strumenti più sofisticati, comprese cineprese nascoste nelle nei fari, un fucile nascosto, uno strumento che provoca l’elettroshock e un telescopio estraibile.

“Ovviamente è in grado di volare”, dice Shuster. “E’ dotata di ali che si estendono dai pannelli degli sportelli dell’auto e il suo cofano posteriore può trasformarsi nell’ala di un jet. Possiede post-­-bruciatori che appaiono dal tubo di scappamento”. Shuster dice che il lavoro è stato tanto complesso quanto soddisfacente.
“Ogni macchina aveva la sua ingegneria e abbiamo dovuto risolvere i problemi che presentava. Ma è stata una tale gioia perché questo lavoro si radica proprio nel mio background automobilistico. Non pensavo che sarei stato in grado di usare tutto ciò che avevo appreso a Detroit e di applicare la mia conoscenza delle tecniche di ingegneria a questi straordinari personaggi”.

LA PIXAR SI PREPARA A CONFEZIONARE LA SUA MAGGIORE ‘SFIDA’ CINEMATOGRAFICA
I risvolti tecnici di “Cars 2” Il mondo dell’animazione al computer ha fatto passi da gigante negli ultimi cinque anni, da quando “Cars” ha debuttato nel 2006. Per “Cars 2” il responsabile e supervisore tecnico Apurva Shah e gli straordinari cervelli dei Pixar Animation Studios hanno ricreato tutti i modelli tridimensionali delle automobili, utilizzando una varietà di nuovi strumenti e programmi.
Nonostante il gran numero di processori utilizzati per il rendering del film, che sono quasi il triplo rispetto ad esempio di quelli di “Toy Story 3”, la gestione del tempo e delle risorse è stata comunque complicata, con una media di 13 ore per completare ogni inquadratura.

“La grandiosità delle ambientazioni e dell’azione di ‘Cars 2’ lo rende il film più complicato che la Pixar abbia mai realizzato”, afferma Shah. “Questo film è un viaggio intorno al mondo e tutti i luoghi in cui condurremo il pubblico sono il frutto della nostra invenzione. Ogni paese presenta centinaia di personaggi secondari allo scopo di creare il background e l’atmosfera che caratterizza quell’ambiente specifico.
Una delle nostre sfide maggiori è stato creare una ‘pipeline’ in grado di sostenere quel volume e assicurare la migliore qualità. “Per quanto riguarda le macchine”, aggiunge Shah, “l’idea era proprio di creare una sorta di catena di montaggio per il processo del rigging.

Abbiamo iniziato con un modello standard e quindi vi abbiamo aggiunto gli elementi distintivi di ogni singolo personaggio. Ogni macchina possiede determinati elementi di meccanica e di sospensione. Le auto più vecchie hanno una sospensione più lenta che dà la sensazione dei tanti chilometri percorsi nel corso del tempo. Una delle tante novità di questo film è il sistema di guida delle auto: come si muovono, dove vanno.
Abbiamo voluto un grande controllo di questi aspetti e questo ovviamente ha reso il nostro lavoro più complicato” Per la gara londinese, Pixar ha dovuto creare circa 30 chilometri di paesaggio e di ambiente naturale. Racconta Shah: “Abbiamo iniziato solo con una mappa di Londra. Nonostante il nostro mondo sia molto caricaturale, volevamo che fosse il più possibile fedele alla realtà.

Abbiamo creato i palazzi e la vegetazione in modo modulare per poter poi unire i vari pezzi che alla fine danno vita ad aree molto estese. Abbiamo creato l’acqua in modo diverso, per poter avere un maggiore controllo sul modo in cui le barche si muovono e reagiscono al movimento”. Il direttore della fotografia e della macchina da presa Jeremy Lasky, che ha curato lo ‘staging’ e movimento del film, afferma che la difficoltà è stata proprio quella di catturare la vastità del nostro mondo e di far sentire al pubblico che il mondo in cui si muovono queste vetture, va oltre i confini cinematografici. “Ogni nuovo film della Pixar è un’evoluzione”, afferma.

“La macchina da presa viene spinta al limite per adattarla al soggetto. In ‘Cars 2’ ci siamo avvalsi degli insegnamenti del primo film, che riguardano come riprendere le automobili e renderle vive come personaggi reali; inoltre abbiamo aggiunto tutti quegli elementi tecnici che sono il frutto di un recente progresso. La camera ora è più ferma e più reale rispetto al primo ‘Cars’. E ci siamo ingranditi per quanto riguarda la ripresa delle corse e degli inseguimenti per renderle 12 più eccitanti. Questo film conserva l’atmosfera del primo ma è assai migliorata. La Pixar aumenta sempre le aspettative!
“Nel primo ‘Cars’ c’erano angoli e riprese molto specifiche che funzionano con questi personaggi”, continua Lasky. “Siamo partiti da ciò che avevamo appreso nel primo film e ci siamo cimentati nel mettere in scena il movimento costante delle automobile. Le automobili sono molto più interessanti quando si muovono. La cinepresa anche si muove tanto nel film e tutto è spinto all’estremo per rendere la dinamicità e l’eccitazione. I personaggi amati dal pubblico vengono collocati in situazioni intense e folli e in set bellissimi, quindi il film è migliorato sotto ogni aspetto”.

Dal punto di vista cinematografico Lasky è particolarmente orgoglioso della seconda grande scena di gara del film che ha luogo sulla Riviera italiana, nella fittizia cittadina di Porto Corsa. Spiega Lasky: “Questa scena dura 12 minuti e comprende 250 riprese, quindi è stata molto impegnativa. Riesce a intrecciare diverse linee della storia contemporaneamente. C’è la storia della gara di Saetta, c’è Cricchetto travestito che si infiltra in un casinò dove i malfattori si riuniscono in segreto per mettere a punto un odioso complotto, e ovviamente ci sono Finn e Holley che cercano di fermarli. E’ stata una vera sfida riuscire a gestire tutto questo dal punto di vista strutturale e cinematografico in modo che l’azione risulti fluida, in modo da potersi spostare con facilità da un luogo all’altro e rendere tutto molto naturale. E’ una scena eccitante che produce tensione e suspense”.

Per il primo “Cars”, Lasky e la sua squadra si sono avvalsi della consulenza di Artie Kempner, l’esperto leader di Fox Sports, che li ha aiutati a catturare l’eccitazione di una gara dal vivo e a capire il criterio secondo cui vengono posizionate le telecamere nelle sue trasmissioni. Nel virtuale mondo della computer animation, la telecamera può essere piazzata ovunque senza preoccupazioni che possa rompersi o che gli operatori possano farsi male, quindi le possibilità sono davvero illimitate e più interessanti.
Aggiunge Lasky: “La fotografia di ‘Cars 2’ rende la sensazione di una vera gara di F1, ma allo stesso tempo volevamo anche aggiungere elementi che non si vedono quando si guardano queste gare alla televisione. Volevamo che anche il pubblico si sentisse parte attiva della corsa”.

Alla Pixar i compiti del direttore della fotografia si dividono fra due aree piuttosto distinte, la ripresa e l’illuminazione. La controparte di Lasky nell’area dell’illuminazione, Sharon Calahan, ha già collaborato con John Lasseter nei tre film precedenti. “Questo film presenta località davvero incredibili”, dice Calahan. “Ha luogo in Europa e in Asia e volevamo che trasmettesse la sensibilità di quelle aree geografiche, quindi un’atmosfera diversa da quella di Radiator Springs. Volevamo che Mater si sentisse un outsider. Questi mondi non sembrano affatto come Radiator Springs — sono luminosi, variopinti, ultra moderni. Cricchetto doveva sentirsi come un pesce fuor d’acqua e la luce aiuta ad ottenere questo effetto. “Il nostro approccio alla luce è in continua evoluzione”, continua. “Le dimensioni di questo film lo dimostrano per quanto riguarda tutti i dipartimenti, non solo la luce. Cerchiamo sempre di migliorare, in tutti i campi. Tutto ciò che abbiamo realizzato in questo film è molto più di quel che avevamo fatto in precedenza. Abbiamo utilizzato un’imponente attrezzatura di luci principali e di superfici di riflesso”.

Per le scene di Parigi, Calahan ha reso omaggio a “Ratatouille”, utilizzando la stessa illuminazione morbida e soffusa. L’autenticità è conferita anche dal fatto che l’artista Capo delle Luci Julien Schreyer, è originario di Parigi e aveva lavorato anche in “Ratatouille”. “Gli ho detto 13 che poteva considerare il suo lavoro finito solo nel momento in cui avrebbe iniziato ad avere nostalgia di casa”.
Allo stesso modo, diversi membri inglesi della Squadra delle Luci hanno lavorato per le scene ambientate a Londra, in cui l’atmosfera è coperta ma non tetra. Dice Calahan: “Gli inglesi della mia squadra si sono un po’ ribellati al fatto che abbiamo optato per un cielo grigio! Ma cosa si aspettavano?’” Fra le sequenze più difficili affrontate da Calahan e dalla sua squadra, ci sono le scene notturne. Il film inizia con una scena d’azione ambientata sull’oceano in cui tutti i tipi di luce si riflettono sull’acqua; per gli innumerevoli cartelloni al neon di Tokyo è stato necessario ottimizzare e combinare i fasci di luce per poter raggiungere l’effetto desiderato.

Aggiunge Calahan: “La grandiosità di questo film è espresso da tutti i dipartimenti, non solo dalle luci. Ad esempio le scene in cui appare la folla sono moltissime, più di quante ne abbiamo mai fatte prima. Ciò che mi piace di ‘Cars 2’ è la sua varietà visiva. Il treno spia è assolutamente diverso dall’aereo spia; poi ci sono molti interni ed esterni; c’è la notte, il giorno, la variabilità del tempo. E’ così ricco e colorato dal punto di vista visivo, ma ci sono anche scene più tranquille e monocromatiche. “John è uno filmmaker straordinario”, aggiunge. “Ha una visione molto chiara di quel che vuole vedere sullo schermi. La sua chiarezza aiuta l’intero processo di produzione e diventa una forza trainante che spinge anche gli altri a superare se stessi”.
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