Jack and Jill di Dennis Dugan

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locandina Jack and Jill
 
Regista: Dennis Dugan
Titolo originale: Jack and Jill
Durata: 91'
Genere: Commedia, Romantico
Nazione: U.S.A.
Rapporto:

Anno: 2011
Uscita prevista: 17 febbraio 2012 (cinema)

Attori: Adam Sandler, Al Pacino, Katie Holmes, Dana Carvey, Shaquille ONeal, Regis Philbin, Santiago Segura, Valerie Mahaffey, Fatimah Hassan
Soggetto: Ben Zook
Sceneggiatura: Steve Koren, Adam Sandler, Robert Smigel, Ben Zook

Trama, Giudizi ed Opinioni per Jack and Jill (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia: Dean Cundey
Montaggio: Tom Costain
Musiche: Rupert Gregson-Williams, Waddy Wachtel
Scenografia: Perry Andelin Blake
Costumi: Ellen Lutter

Produttore: Todd Garner,Jack Giarraputo,Adam Sandler
Produttore esecutivo: Barry Bernardi, Bettina Viviano, Allen Covert, Steve Koren, Robert Smigel, Tim Herlihy
Produzione: Broken Road Productions, Happy Madison Productions
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia

La recensione di Dr. Film. di Jack and Jill
Mi spiace, non sono riuscito a resistere e vedere tutto il film; quello che ho visto: piatto.

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Colonna sonora / Soundtrack di Jack and Jill
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).

Informazioni e curiosità su Jack and Jill


Note dalla produzione:
IL FILM
In tutte le sante famiglie, a tutte le sante feste, c’è sempre un membro della famiglia che fa impazzire un altro. Anche se magari non è sua intenzione e i due si vogliono bene. Eppure…
Per Jack è la sorella gemella Jill. Da piccoli erano molto legati ma da quando Jack si è trasferito a Los Angeles, le loro vite hanno preso direzioni diverse. Jack è diventato un manager di successo e dalle grandi promesse, mentre la sorella è rimasta sulla costa atlantica e si prende cura dei loro genitori. Ora i due si vedono solo una volta all’anno, alla Festa del Ringraziamento, quando Jill viene a trovarlo a Los Angeles. Il tempo e le distanza hanno avuto la meglio sulla loro relazione – e ormai Jack si trova a tollerare la visita annuale di Jill anziché goderne.

Eppure si tratta solo di pochi giorni – giusto? Sbagliato! Come tutti gli anni, Jack e Jill partono subito col piede sbagliato e l’unico modo perché Jack possa farsi perdonare è proporle di restare a casa sua a Los Angeles fino a Hanukkah e divertirsi insieme – magari partecipando come pubblico ai quiz show televisivi oppure facendo un giro a cavallo. È chiaro, però, che l’invito di Jack non sia stato fatto col cuore…
Ad aggiungere stress su stress, all’agenzia pubblicitaria dove lavora Jack, le cose non vanno bene. Il suo maggiore cliente, Dunkin Donuts, sostiene di volere Al Pacino come testimonial della loro nuova campagna pubblicitaria “Inzuppaccino”. Jack si chiede come riuscirà mai a convincere Pacino. Oltretutto, è disposto a diventare un testimonial? Ha mai fatto pubblicità? Dulcis in fundo, l’attore sta in pieno esaurimento nervoso e sta perdendo contatto con la realtà. Avendo recitato troppi ruoli, infatti, l’artista confonde la realtà con i ruoli interpretati, e le sue reazioni sono assolutamente imprevedibili.

Jack porta Jill a vedere una partita dei Lakers, e con l’occasione si avvicina a Pacino per parlargli della pubblicità, ma è sconvolto quando si accorge che Pacino è ben più interessato alla sorella Jill. Pare che Jill riporti alla memoria di Pacino tutto il proprio passato – la sua infanzia e adolescenza nel Bronx, come pure la sua giovinezza – e per Pacino, che sta interpretando Don Chisciotte a teatro, qualcosa clicca. Poiché confonde realtà e fantasia, tutt’a un tratto Jill non è la strampalata sorella di Jack, bensì Dulcinea, il grande amore idealizzato di Don Chisciotte. E così Pacino dovrà conquistare il suo affetto per realizzare il suo sogno.

Ma c’è un piccolo problema. A Jill, Pacino non piace neanche un po’ – ma l’uomo non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Invitando sé stesso alla festa di compleanno a sorpresa di Jack e Jill, rapisce letteralmente Jill e la porta a casa sua per una festa privata. La ragazza, però, non cede – la qual cosa accende la passione (e la follia) di Pacino ancora di più. Non è chiaro chi sia più arrabbiato dalla situazione – se Jill, che vive momenti surreali, o Jack, che teme di non riuscire ad ottenere quel che gli occorre, o Pacino, che è completamente perso per Jill.
Per Jack, ora si tratta di convincere la sorella a prolungare il soggiorno e creare un’altra occasione per Pacino perché possa dichiararsi. Un passo che crea un corto circuito di eventi che rivela a Jack chi siano le persone più importanti della sua vita – oggi e ieri.


LA PRODUZIONE
La commedia Jack e Jill segna l’ottava collaborazione tra il regista Dennis Dugan ed Adam Sandler. “La cosa più buffa è che durante la produzione pensavo sempre ad Adam come interprete di Jack, mentre pensavo a Jill come ad un interprete a sé stante. Una volta terminato il ciak, Adam non andava in giro sul set comportandosi come se fosse Jill, ma dopo un po’, a vederlo in giro vestito così, era come se Jill fosse un’attrice che assomigliava terribilmente ad Adam”.
Nel film, Sandler interpreta Jack, un pubblicitario che sta ad un passo dal grande successo oppure dal grande fallimento. In tutto ciò, arriva la sorella Jill che rende tutto più difficile di quanto non sia già. “Ero certo che Adam non avrebbe avuto problemi ad interpretare Jill. Si sarebbe invece dovuto impegnare per il ruolo di Jack”, racconta Steve Koren, co-sceneggiatore con Sandler. “Jack è il tipo di attore un po’ sui generis. Sapevo che per lui sarebbe stato difficile interpretare il manager perfetto”.

In fase di ricerca con Sandler, Koren scopriva continuamente piccoli dettagli sui gemelli. “Alcuni gemelli comunicano tra loro da piccoli con un linguaggio particolare che solo loro capiscono. E così abbiamo inventato un linguaggio privato che solo Jack e Jill possono comprendere”, racconta. “Abbiamo anche scoperto che i gemelli hanno un legame ben più stretto di tanti altri fratelli, e così abbiamo provato ad aggiungere questa qualità al loro rapporto”.
Interpretare il doppio ruolo richiedeva un perfetto senso di tempismo da parte di Sandler. “Parte delle situazioni più divertenti, era proprio che Jack e Jill facessero le stesse identiche cose allo stesso esatto momento”, spiega Koren. “Naturalmente, per realizzare questo, Adam doveva recitare un ciak e poi ripeterlo esattamente allo stesso modo nel ruolo di Jill. Era una specie di danza, un balletto. Adam doveva avere totale concentrazione e perfetto tempismo. È stato incredibile osservare le riprese”.

Nel descrivere il personaggio e la trama del film, Koren spiega, “Jill ha soltanto due costanti nella sua vita: curare i propri genitori e il suo uccellino, Poopsie. Si è sacrificata una vita intera. Quando viene a trovare Jack e non si decide di ripartire, Jack cerca di trovarle un ragazzo che, spera, la faccia andar via da casa sua”.
Naturalmente, nulla va come sperato. Invece di un incontro su internet, Jill incontra un corteggiatore improbabile. Jack deve convincere Al Pacino a prestarsi alla campagna pubblicitaria altrimenti perderà un cliente della mole di Dunkin Donuts. E proprio mentre sta cercando di capire come fare, di chi si va ad innamorare l’attore premio Oscar se non di sua sorella? E, ciliegina sulla torta, Pacino è in pieno esaurimento nervoso.

Per il ruolo di Al Pacino, i filmmaker hanno deciso di chiamare Al Pacino. “Di fatto, Al Pacino non interpreta sé stesso bensì un attore ossessivo che sta fuori di testa e ha perso contatto con la realtà”, racconta Koren. “Così, quando si fissa con Jill, perde completamente il senno. Farebbe qualunque cosa pur di conquistarla. Ma il problema è che a Jill non interessa proprio. Jill è più abituata a vedere reality show come ‘American Idol’ che film con Al Pacino”.
Pacino interpreta un ruolo ben diverso da sé stesso. “È un attore che ha perso contatto con la realtà”, spiega Pacino, “Ha lavorato troppo e questo inizia a dominare le sue capacità mentali. È chiaramente in pieno esaurimento nervoso. E anch’io ho lavorato così, per interpretare me stesso nel ruolo di un altro: esagerando tutto, come in una commedia. Ho cercato di fare in modo che la follia sembrasse reale”.

Nel film, il personaggio di Pacino perde contatto con la realtà. Sta considerando un ruolo che gli è stato offerto su Broadway, il “Don Chisciotte della Mancia”. Quando incontra Jill, pone in lei le caratteristiche di uno dei personaggi, Dulcinea. “Ne ‘L’Uomo della Mancia’, Don Chisciotte è un folle che crede di essere un cavaliere e si convince che Dulcinea sia una principessa, mentre invece è una brutta popolana. Si innamora follemente di lei, addicendole virtù che non possiede”, spiega Pacino, “Quando il mio personaggio incontra Jill, fa la stessa cosa. Lei diventa Dulcinea. In un certo qual modo, inconsciamente, il mio personaggio la usa per scoprire le zone d’ombra del suo stesso personaggio, Don Chisciotte. Dà a Jill tutte le caratteristiche del personaggio di Dulcinea, in modo da poter studiare il suo personaggio, e metterlo in azione. Non sa che sta agendo in questo modo, ma nella sua follia c’è metodo – il classico metodo recitativo dell’attore”.
Jill, inoltre, rappresenta quel che il personaggio di Pacino sente d’aver perduto. “Il personaggio di Pacino si trova ad un bivio”, racconta Dugan. “Si sente perso a Los Angeles. Gli manca essere chi era una volta – il senso della casa e delle sue radici. D’improvviso, ecco una donna che incontra all’apice della carriera e gli ricorda come era. Deve tornare a casa e pensa che Jill sia il suo biglietto”.

“Adoro l’idea di interpretare un vecchio attore di fama che cerca di tornare alle sue origini per capire chi era prima di essere una star”, continua Pacino. “Il mio personaggio vuole tornare a casa, vuole tornare ad essere semplice ancora una volta, ma scopre che non sarà più possibile. E per quanto sia pazzo, il suo istinto da attore è pur sempre in moto. Il suo rapporto con Jill è un doppio del suo rapporto con Dulcinea, quasi a voler scoprire se sarà capace di interpretare il ruolo dell’Uomo della Mancia. È sottile ed insolito ma può essere considerato il viaggio di un attore di ritorno dalla follia”.
Dugan dice che lavorare con Pacino è stato senz’altro un’esperienza unica. “Non sapevo cosa aspettarmi. Ovviamente è un grande attore ma ha affrontato la follia e questo personaggio in modo davvero brillante. È un uomo genuinamente gentile e ha affrontato il personaggio con un atteggiamento sorprendente”.

Naturalmente, il vero Pacino soddisfa ogni aspettativa: un attore incredibile che si diverte un mondo. “Al aveva totale controllo del suo ‘gioco’. Adam gli gettava un amo e lui abboccava e rispondeva con un altro amo”, ricorda Dugan. “Ha abbracciato anche il nostro stile di lavoro che è diverso da quello che si incontra sugli altri set. Eppure non si è mai scomposto. Ha dato sempre il meglio di sé. Sempre”.
Il direttore della fotografia Dean Cundey fa notare che quando Pacino è nell’inquadratura, il tono del film cambia leggermente. “Come per la maggior parte delle commedie, a livello di fotografia abbiamo adottato un look brillante dai toni intensi – opposto ai toni scuri o lunatici del suo personaggio. Pacino, quindi, ci dava la possibilità di allontanarci da questo cliché.

“Al si identifica con molti dei suoi personaggi, tutti oscuri, e così ho pensato fosse interessante aggiungere questo tono alle sue scene. Per esempio, per la rivelazione di Pacino al ristorante, ho preso un pizzico di quanto avevamo scoperto del suo passato e gli abbiamo dato un contorno scuro annebbiato dal fumo che viene dal suo sigaro e luce davanti agli occhi in una stanza scura. È una scena simpatica”.
Katie Holmes interpreta il ruolo di Erin, la moglie di Jack e madre dei loro due figli. “È una madre e moglie sempre molto impegnata”, spiega la Holmes. “Quando Jill arriva crea molto caos in famiglia ed è lei che cerca di tenere uniti i fili della famiglia”.
“È stato spassoso vedere Adam trasformarsi in Jill”, continua. “Come donna, è stato simpatico intrattenere conversazioni con un uomo su come radersi le gambe o come indossare la calza giusta e i tacchi alti, ossia tutte quelle cose difficili o noiose anche per noi donne. Adam ha preso tutto con molto spirito – è stato divertente, davvero divertente”.

Eugenio Derbez, uno dei migliori comici messicani, è parte della squadra nei panni di Felipe, il giardiniere di Jack che si innamora di Jill per quella che è, e non perché idealizzata da un attore esaurito. “Felipe crede che lei sia divertente. Continua a pizzicarla o prenderla in giro e poi aggiunge, “Sto scherzando, sto scherzando”. Derbez si è prestato alla sfida del personaggio e del film girato in lingua inglese, sebbene la sua madrelingua è lo spagnolo. “Basta memorizzare il dialogo e averlo sotto controllo. Quando si deve fare una battuta o dire una barzelletta, non si tratta solo di dirlo in inglese. La stessa frase può aver bisogno di essere espressa in modi diversi, a seconda della lingua... Trovare il tono giusto è una bella sfida”.

Con Derbez, scopriamo che Sandler non è l’unico attore a recitare il duplice ruolo di un uomo ed una donna: anche Derbez interpreta Felipe, come pure la nonna di Felipe. “Sì, sono io. Mi hanno chiesto se avessi avuto un parente che potesse interpretare la parte e ho risposto di no, ma che avrei potuto interpretare io stesso mia nonna. Interpreto sempre personaggi diversi nei miei sketch e programmi televisivi. Hanno visto il mio showreel e si sono convinti. È stato divertentissimo, eccetto che per il trucco. Ci volevano 3-4 ore per truccarmi e dovevo mettermi colla su tutta la faccia, anche sulla barba. Avevo cinque protesi sulla testa e sul viso. Tre giorni dopo aver girato, continuavo a trovare colla”.

Dopo tanto cabaret e gag televisivi, Derbez è assolutamente padrone della commedia a canovaccio, come Sandler ed il cast di Happy Madison. “Chiaramente, questo rendev Derbez un’ottima scelta per la squadra di Sandler”, spiega Dugan. “Poteva capire perfettamente come lavoriamo – in genere, cerchiamo di restare aperti a quanto accade in presa diretta. Stiamo sempre in punta di piedi… un attore getta una battuta e l’altro risponde. Derbez è spassoso, è davvero spassoso”.
Nel cast troviamo anche Elodie Tougne e Rohan Chand, nel ruolo dei figli di Jack ed Erin, Sofia e Gary. Allen Covert, Nick Swardson, Valerie Mahaffey e Geoff Pierson completano il cast.


TRASFORMARE JACK IN JILL
Per il cast tecnico, la sfida maggiore era trasformare Sandler in due personaggi e naturalmente questo ricascava sul reparto trucco capeggiato da Ann Pala, dal reparto acconciature di Thomas Real, e dalla costumista Ellen Lutter.
Pala e Real hanno presentato dozzine di acconciature, tinte e lunghezze (corti, ricci e lunghi), diversi smalti, rossetti, colori di pelle, ciglia, e denti, tutti combinati in varie accostamenti tra loro. Lavoravano con tre doppi di Sandler, creando un diverso numero di probabili ‘Jill’, da cui i filmmaker potevano scegliere.

“Adam aveva interpretato donne in diversi sketch su ‘Saturday Night Live’”, racconta Pala, suggerendo che potessero quindi avere già qualche idea su cosa avrebbe funzionato meglio per l’attore. “I fattori maggiori delle caratteristiche fisiche femminili sono gli occhi, gli zigomi, i denti e la frangetta. Abbiamo usato nove diversi tipi di tonalità di trucco per nascondere alcune cose ed accentuarne altre”.
Era fondamentale per i filmmaker cercare di creare un vero personaggio con Jill. “Adam non interpreta un uomo che interpreta una donna. Interpreta una donna”, osserva Lutter. “Non si trattava di un trans. Volevamo una donna vera, con caratteristiche precise e tratti di carattere precisi. Doveva sembrare genuino e naturale. D’altro canto, potevamo divertirci, perché parte del personaggio sta nel fatto che assomiglia perfettamente al fratello. Avevamo anche un certo spazio per giocare con i muscoli e l’atteggiamento mascolino di Adam. Jill non è certo un personaggio iper-femminile”.

Lutter dice che quando si trattava dei vestiti di Jill, “Adam era a suo agio nei panni da donna. Abbiamo giocato con la leggerezza del personaggio – e questo ci ha divertiti ed intrattenuto sul set. Adam ci diverte sempre, ‘So che voi preferite Jill’, ci diceva. Ed era vero!”
Eppure, per vestire Sandler non è bastato fargli indossare un vestito. “Tutto doveva essere manipolato, ritoccato – che fosse aggiungere qualcosa intorno al collo o nascondere le braccia, o lavorare con il suo punto vita per costruire un po’ di fianchi. Tutto doveva essere alterato e aggiustato per mettere a punto le proporzioni. Non è stato facile trovare i vestiti giusti”.


COME?
Per accogliere le sfide tecniche necessario per riprendere Adam Sandler che interpreta due gemelli, i filmmaker si sono rivolti al direttore della fotografia Dean Cundey, autore delle luci di Chi ha incastrato Roger Rabbit, Genitori in Trappola, Ritorno al futuro e Jurassic Park.
“Quando uno stesso attore interpreta due personaggi nella stessa inquadratura, ci sono tanti piccolo accorgimenti da prendere e non è facile. Non è facile perché di solito si devono fare due riprese della stessa scena, prima con un personaggio e poi con l’altro nella stessa scena”, spiega Cundey. “A volte è un procedimento semplice, come per gli split. Negli split, infatti, la MdP non si muove. Invece in queste si gira la scena due volte, e l’attore prima interpreta un ruolo da una parte dell’inquadratura e poi dall’altra. Poi si va al computer e si uniscono le due scene. È un po’ come prendere due fotografie e tagliarli a metà e poi rincollarli”.
Eppure, per quanto possa sembrare semplice, il procedimento può divenire esponenzialmente complicato. “Quando i due interagiscono, finiscono col toccarsi, porgersi un oggetto, o cose del genere. E a questo punto bisogna spostare la MdP”, prosegue Cundey.

Cundey descrive una tipica ripresa: “Prima si filmava la scena con Jack. Poi lui si andava a truccare come Jill. Noi mettevamo a posto le luci per essere sicuri che fosse quella giusta per Jill. Quando Adam tornava per interpretare il ruolo di Jill, gli si dava un microfono da mettere nell’orecchio in modo da sentire le sue stesse battute nel ruolo di Jack e poter interagire con sé stesso nel ruolo di Jill. Avevamo montato anche un monitor, in modo che Adam/Jill potesse vedere cosa facesse Jack nella stessa ripresa appena effettuata. Dan DeLeeuw, responsabile degli effetti visivi, doveva assicurarsi che le riprese avessero continuità tecnica. I tecnici incaricati del controllo delle MdP, dovevano assicurarsi che le MdP si muovessero esattamente come prima. Solo alla fine, sul compositor che avevamo sul set, si mettevano insieme le riprese per vedere come erano venute. Il processo ha chiaramente richiesto un grande lavoro di squadra”.

Il responsabile degli effetti visivi che ha creato l’illusione che Adam Sandler avesse una sorella gemella è Dan DeLeeuw: “Abbiamo usato una MdP controllata via computer. Il computer è programmato per ripetere gli stessi movimenti innumerevoli volte”, spiega DeLeeuw. “Una volta ripreso Jack, la MdP avrebbe effettuato gli stessi movimenti per le scene con Jill. Un buon esempio è la scena dove Pacino si innamora di Jill alla partita di basket. “Non solo abbiamo Jack e Jill ma anche i giocatori in campo e la folla di tifosi. Man mano che il set si allarga, anche le difficoltà aumentano. Questo genere di effetti richiede di solito molto lavoro di programmazione, fin dallo storyboard. Allo stesso tempo, è una commedia, e quindi sappiamo come spesso si improvvisa. Per molte scene abbiamo ripreso Adam con uno stand-by al posto di Jill. Magari lo stand-by aveva un cappuccio verde sulla testa – quello stesso cappuccio verde che poi avremmo fatto indossare a Jill”.

Cundey spiega come ha fatto a lavorare in tandem con DeLeeuw: “Il procedimento sul set è come raggruppare i pezzi di un puzzle – un mosaico che solo alla fine viene messo insieme dai compositor e dalla squadra post-produzione. Mi dovevo accertare che i pezzi fossero quelli giusti e man mano che il pubblico diventa sempre più sofisticato, non si accontenta. Bisogna creare pezzi di puzzle che una volta messi insieme risultano veritieri e reali”.
Cundey afferma che la produzione ha sempre potuto contare su Adam Sandler: “Man mano che ci inoltravamo nell’operazione, Adam capiva in fretta cosa ci servisse e ci ha aiutato molto”, afferma Cundey. “La cosa incredibile di Adam e del suo processo creativo è che ha saputo reinventarsi ad ogni ripresa. Per quanto provini facessimo e per quanto avessimo le idee chiare su cosa ci servisse, alla fine era tutto nelle sue mani e dovevamo vedere come sarebbe risultato. La sfida maggiore di questa produzione è stata la sfida stessa. Se c’era un’idea nuova da creare, spettava a me, a Dennis e all’assistente alla regia capire come realizzarlo”.


LA CROCIERA
Nel film, ogni anno i Sadelstein vanno in crociera per le feste di Natale. Quest’anno hanno prenotato sulla Royal Caribbean’s Allure of the Seas, la più grande nave da crociera del mondo. “Siamo stati fortunati, in quanto le riprese sono coincise proprio con il varo della nave”, racconta Dugan. “Mentre noi eravamo in preparazione, stavano costruendo la nave in Norvegia. Li abbiamo contattati e sono stati ben felici di collaborare. Abbiamo mandato un paio di capi elettricisti in Norvegia per studiare preventivamente come e dove mettere i cavi e i collegamenti elettrici, in modo che quando la nave fosse arrivata qui, saremmo stati pronti. Li abbiamo incontrati in Florida durante il periodo di rodaggio, quando ancora si stavano preparando per imbarcare passeggeri a pagamento, e abbiamo potuto girare sulla nave per ben 10 giorni”.

“È come una albergo galleggiante a 5 stelle”, ricorda lo scenografo Perry Andelin Blake. “Abbiamo potuto girare negli spazi più incredibili della nave. E così abbiamo messo un ristorante in prua. La sfida maggiore è stata decorare la nave per Natale – la nave è lunga 300 metri, e in alcune scene si possono vedere 150 metri di nave, con due piscine e 3 o 4 piani. Naturalmente, si doveva decorare tutto. Abbiamo comprato una camionata di decorazioni natalizie in un negozio di Fort Lauderdale – 450 metri di ghirlande con luci, sette alberi di Natale alte da 2 a 5 metri, 15 soldatini natalizi, 10 re magi… insomma, era incredibile”.
“Sapevamo anzitempo che girare su una nave di crociera sarebbe stato limitante per gli spazi angusti”, osserva il direttore della fotografia Dean Cundey. “A ripensarci, ora risulta più chiaro perché in genere quando si girano scene di crociera, si tende a farle in studio”. Cundey spiega perché la produzione ha potuto invece usare lo spazio reale di una nave da crociera.
“Per prima cosa, la Allure of the Seas è la più grande nave da crociera al mondo e quindi i problemi di spazio, non erano di fatto un grande problema. E poi, avevamo la fortuna di avere una nave tutta per noi, senza passeggeri”.

Oltretutto, a parte la sfida di girare direttamente su una nave da crociera, c’erano anche dei vantaggi. Osserva Dugan, “Per me non è stato più difficile di qualunque altra location. Anzi, era interessante. Quando si girava in prua, chiaramente, man mano che la giornata trascorreva, il sole si muoveva. Beh, visto che non avevamo passeggeri o alcuna reale destinazione, chiedevamo al comandante di muovere la nave, in modo che il sole potesse restare allo stesso punto tutto il giorno. Non c’è nessuna location al mondo dove si possa chiedere al sole di fermarsi”.
“Il capitano virava molto, molto lentamente – un grado ogni 6 minuti”, spiega Cundey. “In questo modo il sole restava perfettamente nello stesso punto in riferimento alla nave. Un altro giorno, poi, c’erano un po’ di nuvole. Che problema c’è’? È bastato spostare la nave”.

“Sapere questo ci è stato anche molto utile per riprendere prima Jack e poi Jill in una stessa scena”, spiega Dan DeLeeuw, il responsabile degli effetti visivi. “Jack e Jill girano diverse scene sulla nave: per esempio, saltano la corda circondati dalla folla con l’oceano alle spalle e il sole al tramonto. Come sempre abbiamo dovuto girare queste scene due volte. Una bella sfida: girare i gemelli alla prua di una nave mentre il sole tramonta”.
Questo piccolo accorgimento della nave che si sposta ha aiutato DeLeeuw ad essere all’altezza delle sue sfide. Riprendere tutto con lo schermo verde non sarebbe stata la stessa cosa. “Il pontile della nave è arancione. L’arancione riflette molto bene sugli attori. Il cielo era blu intenso. Insomma, con lo sfondo verde, non si sarebbe potuto avere quella stessa luce. Meglio fermare il sole!”


LA SCENOGRAFIA
Buona parte del film consiste nel creare contrasti e differenze tra Jack e Jill per enfatizzare le loro apparenti differenze, sottolineando allo stesso tempo che sotto sotto sono identici. Uno dei modi per creare questi contrasti è stato mostrare le due abitazioni dei gemelli: Jack nella sua lussuosa abitazione a Brentwood e Jill nella sua casetta spartana nel Bronx.
“Erano gli estremi”, racconta lo scenografo Perry Andelin Blake che ha lavorato con Sandler innumerevoli volte. “La casa di Jack è grande, meravigliosa e piena di spazi, con un grande giardino, la piscina, verde, alberi e fiori ovunque. Le stanze sono immense, luminose, spaziose e comode. Alla fine del film, si vede la casa di Jill nel Bronx. Jill arriva sulla sua Honda Civic, parcheggia sulla neve sporca, ed entra una piccola abitazione piena zeppa di roba piazzata ovunque”.

Per le opere d’arte sulle pareti a casa Sadelsteins, i filmmaker si sono ispirati tra loro. “Le opere d’arte sono sempre così soggettive e l’opinione della gente sempre così disparate, che così ci siamo chiesti: che tipo di opere d’arte avrebbe in casa sua Jack? Il nostro regista, Dennis Dugan, è anche fotografo e così abbiamo pensato di usare le sue fotografie per creare quadri per la casa di Jack. Dopotutto, Jack è un pubblicitario e abbiamo pensato che in quanto tale avrebbe avuto una collezione di fotografia, piuttosto che di pittura o altre arti. Dennis ha tirato fuori una cinquantina di opere e abbiamo iniziato a lavorarci. Erano foto degli anni 60 e 70, anni in cui viaggiava per l’Europa ed altre parti del mondo. Non solo ce n’erano diverse che sarebbero potute essere usate, ma potevamo ritoccarle in modo da sembrare più una collezione di un numero diverso di fotografi. Per esempio, si poteva ritoccare una foto in Photoshop e intensificarne i colori, oppure stamparla su tela o stoffa e farne un quadro, oppure stamparla su carta patinata e montarla, oppure semplicemente incorniciarla. Offrono un bel contrasto con la casa – una casa in stile spagnolo restaurata appositamente per la famiglia di Jack – e danno un tocco molto moderno. E soprattutto, non sono per niente invadenti”.

Blake ha anche avuto l’opportunità di disegnare il salotto di un castello in stile maiorchino ma la sua scenografia preferita, sostiene, è stata quella della pubblicità di Dunkin’ Donuts che chiude il film: “Sembra proprio un locale della Dunkin’ Donuts, con tutti i dettagli, il bancone, il logo, e anche le ciambelle così tipiche di Dunkin’ Donuts. E poi la MdP indietreggia per rivelare una scena incredibile: tutt’a a un tratto siamo in un Musical anni 40 con coreografia caleidoscopica stile Busby Berkeley con Al Pacino in frac e persone che cantano e ballano, un pavimento nero lucido e luci ovunque. È stato divertentissimo”.

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