Regista: Alex Gibney
Titolo originale: Taxi to the Dark Side
Durata: 105'
Genere: Documentario
Nazione: U.S.A.
Lingua originale: inglese
Rapporto:
Anno: 2007
Uscita prevista: Roma 2007, 22 Maggio 2009 (cinema)
Attori: Brian Keith Allen, Greg DAgostino, Maan Kaassamani, Karyn Plonsky
Sceneggiatura: Alex Gibney
Trama, Giudizi ed Opinioni per Taxi to the Dark Side (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
Titolo originale: Taxi to the Dark Side
Durata: 105'
Genere: Documentario
Nazione: U.S.A.
Lingua originale: inglese
Rapporto:
Anno: 2007
Uscita prevista: Roma 2007, 22 Maggio 2009 (cinema)
Attori: Brian Keith Allen, Greg DAgostino, Maan Kaassamani, Karyn Plonsky
Sceneggiatura: Alex Gibney
Trama, Giudizi ed Opinioni per Taxi to the Dark Side (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
Fotografia: Maryse Alberti, Greg Andracke
Montaggio: Sloane Klevin
Musiche: Ivor Guest
Produttore: Alex Gibney, Eva Orner, Susannah Shipman, Hans Robert Eisenhauer, Martin Fisher, Blair Foster, Sloane Klevin
Produttore esecutivo: Sidney Blumenthal, Don Edkins, Don Glascoff, Mette Heide, Robert Johnson, Jedd Wider, Todd Wider
Produzione: Jigsaw Productions
Distribuzione: Ripley's Film
Montaggio: Sloane Klevin
Musiche: Ivor Guest
Produttore: Alex Gibney, Eva Orner, Susannah Shipman, Hans Robert Eisenhauer, Martin Fisher, Blair Foster, Sloane Klevin
Produttore esecutivo: Sidney Blumenthal, Don Edkins, Don Glascoff, Mette Heide, Robert Johnson, Jedd Wider, Todd Wider
Produzione: Jigsaw Productions
Distribuzione: Ripley's Film
La recensione di Dr. Film. di Taxi to the Dark Side
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Colonna sonora / Soundtrack di Taxi to the Dark Side
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).
Voci / Doppiatori italiani:
Luigi La Monica: Voce Narrante
Informazioni e curiosità su Taxi to the Dark Side
Ha vinto il premio Oscar 2008 come miglior documentario.Ha inoltre vinto il Premio Miglior Documentario al TRIBECA FILM FESTIVAL 2007, il Premio Miglior Sceneggiatura per Documentari WRITERS GUILD OF AMERICA 2008, il Premio Gold Hugo – Miglior Documentario al CHICAGO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2007, il Premio Miglior Documentario HUMAN RIGHTS NIGHTS 2009 e ADOLF GRIMME AWARDS 2008, il Premio Miglior Documentario e Premio della giuria all' OJAI FILM FESTIVAL 2007, il premio Miglior Documentario dell’anno al NATIONAL BOARD OF REVIEW.
Diario del film del regista Alex Gibney
L’idea di fare un’inchiesta sulle torture mi è stata suggerita, in tempi diversi, da Don Glascoff, Sid Blumenthal e Rob Johnson. Una volta accettata la proposta, con la benedizione di mio padre, sono andato alla ricerca di una storia particolare su cui avrei potuto iniziare il lavoro di ricerca.
Sono stato letteralmente catturato da un articolo di Tim Golden sul “New York Times” in cui si ricostruiva l’incredibile vicenda del tassista Dilawar. Per la brutalità del modo in cui è stato ucciso, per la conclamata innocenza, ma soprattutto per l’ultimo brano dell’articolo, in cui Golden riportava la confessione di un soldato che ricostruiva il terzo giorno di interrogatorio di Dilawar, in cui, nonostante molti dentro la prigione di Baghram fossero giunti alla conclusione della sua non colpevolezza, continuarono a colpirlo alle gambe. Questo particolare mi è sembrato subito cruciale, mi ha restituito il senso vero delle torture: ogni divieto era rimosso, il lato oscuro della coscienza umana era del tutto senza freni. Mi ha ricordato il “Milgram Experiment” di cui avevo parlato in Enron, in cui mostravo come, con l’incoraggiamento delle autorità, alcuni individui si sentivano legittimati a compiere crudeli atti di sopruso su altri
individui.
La storia di Dilawar si è rivelata cruciale per scoprire come dietro la rete detentiva e gli interrogatori, ci fosse una politica basata sulla tortura. Ci consentiva in altre parole di connettere Bagram con Abu Ghraib e, attraverso i passeggeri del suo taxi, con Guantanamo. Il tutto, ovviamente, rimandava direttamente a Washington.
La corruzione è il legame fondamentale tra i miei film. Enron era sulla corruzione nell’economia, Taxi su quella delle leggi. Entrambi sono incentrati sulla corruzione delle coscienze. The trial of Henry Kissinger (Il processo a Henry Kissinger, ndr) si adatta a questo modello molto bene. Preferisco fare dei film sui colpevoli piuttosto che sulle vittime. E’ vero che Dilawar, una vittima innocente, è al centro della storia di Taxi, ma il tema principale del film si estende ad una indagine su come un piccolo numero di americani ha trascinato l’intero paese nel suo lato oscuro.
Ognuno dei miei film può essere ricondotto in fondo ad una detective story. I detective sono persone che cercano verità, spesso però trovano cose che non avevano cercato o non si aspettavano di trovare. Lavorare su questi argomenti con un proposito del genere mi ha offerto una sorta di slancio ulteriore. In questo senso Enron può essere considerato un “film di rapina” e Taxi la storia di un omicidio. Ma come insegnava il maestro di questo genere, Raymond Chandler, il film non è solo un giallo. E’ piuttosto sulle circostanze, l’atmosfera che aleggia attorno al fatto vero e proprio, perché e come è stato commesso.
Per film come questo è difficile entrare nella storia, non volevo degli esperti della materia ma dei testimoni. Sono andato alla ricerca di ogni persona che era dentro il carcere di Baghram negli stessi giorni di Dilawar: prigionieri, guardie, investigatori. Ho cercato gli avvocati dei detenuti, gli strateghi della politica dell’Amministrazione, gli ufficiali dell’esercito. E’ stato molto difficile raggiungere questo tipo di personaggi, ma siamo stati aiutati dal desiderio di alcuni di loro di parlare di quanto era successo, erano amareggiati dall’esser stati perseguiti penalmente mentre i mandanti sono rimasti impuniti.
L’intreccio, in questo tipo di documentari, è destinato ad essere continuamente riscritto nella sala di montaggio. Sono convinto che i migliori documentari debbano essere strutturati come i buoni film di finzione, anche se ciò è molto difficile da realizzare, perché il soggetto di un documentario è per sua natura in fieri.
Amo Sergio Leone, C’era una volta il West è il mio film preferito, la sequenza iniziale di Taxi, con il suo tocco western, è il mio omaggio a Sergio. Taxi non è un film sulla guerra in Iraq, sebbene vi si possano trovare ugualmente molti riferimenti al riguardo, piuttosto è imperniato sulla “Guerra globale al terrorismo” dichiarata da George W. Bush. Ma ancora più a fondo è su quanto questa decisione politica abbia determinato un cambiamento sostanziale del carattere degli americani, o almeno di come loro si immaginavano fosse.
Spero sia recepito come un racconto istruttivo su come alcune società vengono corrotte dalla paura e dalla rabbia. Forse tra una ventina d’anni risulterà irrilevante, lo spero, anche se non credo sarà così.
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