1921 - Il mistero di Rookford di Nick Murphy

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locandina 1921 - Il mistero di Rookford
 
Regista: Nick Murphy
Titolo originale: 1921- Il Mistero di Rookford
Durata: 104'
Genere: Thriller
Nazione: Regno Unito
Rapporto:

Anno: 2011
Uscita prevista: 02 Dicembre 2011 (cinema)

Attori: Rebecca Hall, Dominic West, Imelda Staunton, Lucy Cohu, John Shrapnel, Diana Kent, Richard Durden, Alfie Field
Sceneggiatura: Nick Murphy, Stephen Volk

Trama, Giudizi ed Opinioni per 1921 - Il mistero di Rookford (clic qui)...In questa pagina non c'è nemmeno la trama per non fare spoiler in nessun caso.
 
Fotografia: Eduard Grau
Montaggio: Victoria Boydell
Musiche: Daniel Pemberton
Scenografia: Jon Henson
Costumi: Caroline Harris

Produzione: Origin Pictures, Eagle Pictures, Scottish Screen
Distribuzione: Eagle Pictures

La recensione di Dr. Film. di 1921 - Il mistero di Rookford
Davvero niente male, ben fatto, storia interessante (e mi ha fatto prendere diversi infarti).

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Colonna sonora / Soundtrack di 1921 - Il mistero di Rookford
Potrebbe essere disponibile sotto, nei dati aggiuntivi (clic qui).

Voci / Doppiatori italiani:
Claudia Catani: Florence Cathcart
Angelo Maggi: Robert Mallory
Lorenza Biella: Maud Hill
Christian Iansante: Freddie Strickland
Luca Baldini: Tom
Dario Penne: Rev. Hugh Purslow
Tito Marteddu: Julian Dowden
Luciano De Ambrosis: Alexander Cathcart
Roberto Certoma': Edward Judd
Pinella Dragani: Katherine Vandermeer
Giorgio Lopez: George Vandermeer
Oliviero Dinelli: Sensitivo Ciarlatano

Personaggi:
Rebecca Hall: Florence Cathcart
Dominic West: Robert Mallory
Imelda Staunton: Maud Hill
Lucy Cohu: Constance Strickland
Cal Macaninch: Freddie Strickland
Isaac Hempstead Wright: Tom
John Shrapnel: Rev. Hugh Purslow
Diana Kent: Harriet Cathcart
Felix Soper: Julian Dowden
Richard Durden: Alexander Cathcart
Alfie Field: Victor Parry
Tilly Vosburgh: Vera Flood
Ian Hanmore: Albert Flood
Joseph Mawle: Edward Judd
Anastasia Hille: Katherine Vandermeer
Andrew Havill: George Vandermeer
Steven Cree: Serg. Paul Evans
Shaun Dooley: Malcolm Mcnair

Informazioni e curiosità su 1921 - Il mistero di Rookford


Note dalla produzione:
Introduzione
L’idea del thriller psicologico 1921 – Il Mistero di Rookford nasce quando il produttore David M. Thompson (Billy Elliot, La promessa dell'assassino, An Education) incontra lo sceneggiatore Stephen Volk (Octane, Afterlife) guardando la serie TV “Ghostwatch”, una trasmissione di investigazione sul paranormale messa in onda dalla BBC nei primi anni 1990. “Ghostwatch incuteva un tale terrore nel pubblico”, ricorda Thompson, “che in seguito ne fu vietata la messa in onda, poiché si trattava di uno dei prodotti più spaventosi mai realizzati per la TV. Il pubblico non sapeva se ciò che vedeva fosse realtà o finzione e allora pensai che lo sceneggiatore, Stephen Volk, fosse la persona giusta per lavorare ad un film contemporaneo sui fantasmi, un film agghiacciante e inquietante.”

“Stephen poi si presentò con il soggetto per 1921 - Il Mistero di Rookford e pensai che la sceneggiatura fosse davvero forte”, prosegue il produttore, “Qualche tempo dopo, siamo stati abbastanza fortunati da riuscire a coinvolgere Nick Murphy, il regista”. Nick Murphy, ora al suo debutto cinematografico, è conosciuto soprattutto per aver creato serie televisive come Roma. Nascita e caduta di un impero, Primeval e Occupation la serie TV vincitrice di un premio BAFTA.

Thompson dice di essere stato colpito dalla diversità degli attori diretti da Murphy, ma soprattutto “dalla sua energia e dal suo intuito, e abbiamo visto come Nick riuscisse a tirar fuori il meglio da loro”.
“Mi ha particolarmente entusiasmato Occupation e ho pensato che fosse un lavoro eccezionale per l’intensa
caratterizzazione, il suo modo di raccontare la storia e ho trovato eccellente anche quella sorta di elettricità che ha saputo creare sullo schermo.” Murphy è poi uno scrittore a tutti gli effetti, “il che aiuta moltissimo se si lavora ad un progetto come 1921 - Il Mistero di Rookford, perché tutto deve essere ponderato con cura e seguito da un’unica mente creativa. È un vero e proprio patchwork di idee, legate tra loro da un saldo filo conduttore.”

“David è molto abile e acuto nel capire le persone”, afferma Murphy. “Non andavo in giro con il bisogno impellente di produrre una storia sui fantasmi. Tuttavia, la sceneggiatura che mi aveva inviato era senz’altro ottima, temevo soltanto che fosse al di là delle mie capacità. Allora, David mi invitò a partire e a riflettere sulle cose che avrei cambiato o aggiunto se mi fosse stata data la possibilità di farlo. Così partii e tutto cominciò a muoversi nella mia testa fino a quando, una settimana dopo, ero stupito di quanto fossi preso da questo lavoro. Dovevo fare questo film e ricordo che mentre mi recavo al nostro secondo incontro, ho pensato a quanto ci sarei rimasto male se David avesse improvvisamente cambiato idea”.

Quando Nick Murphy entrò a far parte della produzione, mise mano alla sceneggiatura collocando la storia, che inizialmente doveva svolgersi in epoca vittoriana, agli inizi del 1900, quando il Paese era ancora scosso dalla perdita di vite umane senza precedenti nelle trincee della Prima Guerra Mondiale.
“Io e Stephen Volk abbiamo sempre lavorato affinché il film fosse qualcosa di più rispetto ad una classica storia terrificante sui fantasmi”, prosegue il produttore. “Si tratta di un thriller sovrannaturale con un vero e proprio intreccio che va oltre ogni limite e ti porta in un viaggio attraverso luoghi piuttosto oscuri e infestati. Questa è innanzitutto e soprattutto una storia psicologica sui fantasmi, un thriller sul sovrannaturale, ma è anche il racconto ossessionante di una donna che si addentra in un mondo davvero terrificante che cattura lei e noi. E tutto ciò che Nick aveva in mente di fare ha soltanto migliorato il film”.

“La storia racconta di come una ragazza si reca in un vecchio collegio per cercare di spiegare un fenomeno”, afferma Murphy. “Da qui si sviluppa il forte senso di perdita insito in quel periodo storico, nel 1921, in cui più di un milione e mezzo di persone morirono in un modo o nell’altro nell’arco di cinque o sei anni di influenza o nel corso della Prima Guerra Mondiale”.
“Questo senso di perdita contribuirebbe al bisogno, da parte delle persone, di vedere i fantasmi”, aggiunge l’autoreregista.
“Penso che quest’idea sia alla base dell’intero film: l’Inghilterra è un paese in lutto, un paese malato e i vuoti venivano colmati dai fantasmi”.

A Thompson piaceva l’idea di ambientare la storia nel XX secolo. “Inizialmente era stata collocata in epoca vittoriana, com’è il caso di molte storie sui fantasmi”, spiega il produttore. “È stato Nick ad avere l’idea di spostare la storia nel periodo post-bellico, quando il paese era tormentato da una perdita devastante e dalla morte”.
“Penso che questo abbia conferito al racconto un significato profondo e un altrettanto spessore. In un certo senso, penso che sia molto più interessante e appropriato così, perché la storia si svolge in un periodo in cui il pensiero della morte è vivo nell’immaginario collettivo. La gente si guardava intorno nella speranza di ritrovare le persone amate ed era ancora più vulnerabile, perché esposta agli approfittatori e ai truffatori, come si ha modo di osservare all’inizio del film”.

Il film comincia a Londra, durante una seduta spiritica nella quale fa il suo ingresso il personaggio principale della storia, Florence Cathcart, una donna con i propri dispiaceri e la propria miseria, forgiata dall’epoca in cui vive. “Credo che il film cerchi di occupare un posto che ci metta di fronte al risultato di questo atroce periodo storico”, commenta Murphy. “E cerca di dare un’immagine della Gran Bretagna, irreparabilmente danneggiata e cambiata dalle ingenti perdite di vite umane che oggigiorno faremmo fatica ad accettare”.
“È davvero determinante, proprio per il numero di persone morte”, continua Murphy, “Per come vengono raccontati i conflitti oggi, non potremmo mai combattere una guerra del genere. Non potremmo sostenere tutte queste perdite, senza mai insorgere. Se qualcuno al telegiornale annunciasse la morte di 30.000 soldati nelle Fiandre, diremmo senz’altro ‘Tornate a casa, non possiamo accettarlo!’ Questa è stata l’ultima volta in cui le autorità l’hanno fatta franca portando tutta quella gente a morire”.

Il produttore esecutivo Joe Oppenheimer (Shooting Dogs, Houdini – L’ultimo mago, The Edge of Love) aggiunge: “Il lutto è ovunque e c’è uno stretto legame tra lutto e ossessione. Il mondo abitato dai personaggi del film è pervaso dalla perdita. La gente è portata a contattare i morti tramite le sedute spiritiche e sentono che i morti sono accanto a loro. Dietro a tutto si nasconde la presenza incombente di tutti i giovani defunti. Ecco perché questo ci sembrava il periodo più appropriato in cui ambientare una storia nella quale i morti vivono in mezzo a noi”.
“C’è un non so che di affascinante in ciò che chiaramente è un’opera di genere, ma che è abbinata ad una forte carica emotiva, a dei personaggi di un certo spessore e ad un forte richiamo storico”, continua Oppenheimer. “Non si tratta di un film sulla Prima Guerra Mondiale, ma si percepisce che è insita a tutto, specialmente nel personaggio di Florence Cathcart.”


Florence Cathcart
Florence Cathcart si muove in questa cornice colma di sofferenza, una donna perseguitata dal suo lutto emotivo che si oppone con vigore al ringiovanimento del Movimento Spiritualista, tornato in voga in quel periodo, e agli imbroglioni ad esso legato. Quando Florence è chiamata ad investigare su alcuni strani avvenimenti in un collegio isolato,
Rookford, sarà vittima di una dura prova da superare senza precedenti che la coinvolgerà a livello professionale e psicologico.
Rebecca Hall (Vicky Cristina Barcelona, Frost/Nixon – Il Duello, The Town) veste i panni di Florence. “Già all’inizio dei casting, come prima scelta, sia noi che Nick avevamo fatto il nome di Rebecca Hall”, racconta Thompson. “Sicché eravamo davvero eccitati quando ci ha detto che voleva farlo. Era perfetta per il ruolo, perché possiede una tale forza, profondità, sottigliezza e oltretutto è anche incredibilmente telegenica. Inoltre, è perfetta per la parte, perché possiede un carattere forte ed energico”.

Joe Oppenheimer è d’accordo: “Florence è una persona impegnata, una donna che si trova più avanti rispetto ai suoi tempi, straordinariamente intelligente, ma perseguitata dalla sofferenza. Rebecca possiede tutte queste qualità ed è capace di conciliare la modernità con il senso autentico di quel periodo”.
Per il regista, questo senso di “modernità” era di fondamentale importanza. “Ne abbiamo parlato quasi subito”, spiega Murphy. “Era chiaro sin dall’inizio che avrebbe indossato dei tailleur con pantaloni, uno stile alquanto moderno per quei tempi. Florence rappresenta ciò che le donne diventeranno dieci anni dopo che la storia raccontata nel film volge al termine. Quello sarà il punto di arrivo delle donne alla metà degli anni 1930. È a questo che puntiamo in termini di autostima e di individualità”.

L’attrice confessa di aver trovato la sceneggiatura “particolarmente avvincente” e aggiunge: “La cosa che più mi ha affascinato del film è che, una volta tolti i sobbalzi notturni e gli elementi del sovrannaturale, resta comunque un forte dramma psicologico. Anche “il risveglio” di Florence (come si evince dal titolo originale del film “The Awakening”, ndt), riveste un ruolo assolutamente centrale all’interno di 1921 - Il Mistero di Rookford, provocando oscillazioni come in un movimento sismico. Non si tratta semplicemente della rappresentazione di uno scorcio di vita drammatica, si tratta piuttosto di un’oscillazione estrema che rappresenta una sfida a livello fisico ed emotivo e di cui gli attori sono alla costante ricerca”.

Quando il pubblico incontra Florence, scopre che è in lutto per il fidanzato che ha perduto nel corso della Prima Guerra Mondiale. “Non si direbbe che stia facendo di tutto per rendersi facile la vita”, spiega la Hall. “Florence soffre in modo masochistico ed è profondamente convinta dell’aspetto nichilistico della vita. Secondo lei, non ci sarebbe nessuna ragione per la quale le persone morirebbero ed è convinta che al mondo non vi sia giustizia. Scopriamo che, proprio prima che il fidanzato morisse, Florence gli aveva scritto una lettera in cui gli confessava di non amarlo più. Per questo si sente in colpa e fa di tutto per negare a sé stessa la felicità”.
La Hall afferma che Florence non è aperta a nuove idee. “È qui che sbaglia. Proprio perché è carica di sensi di colpa nei confronti del fidanzato, mette in pratica un ateismo militante per negare importanti parti di sé stessa”.

Le sue percezioni sono messe a dura prova sia dagli eventi che accadono all’interno del collegio di Rookford sia, seppure in maniera diversa, da uno degli insegnanti della scuola, Robert Mallory. “Spesso, in questa tipologia di film, viene ritratto un personaggio orgoglioso che si trova davanti a una disfatta”, commenta la Hall. “Il pubblico capisce che accadrà qualcosa per cui la visione del mondo del personaggio sarà messa sottosopra”.
“1921 - Il Mistero di Rookford affascina per ciò che racconta in generale delle persone. Alla fine, il film parla dell’essere sincero con sé stessi, di cercare di affrontare le cose che di solito le persone tendono a seppellire e con le quali non vogliono confrontarsi, della paura che nasce e che genera una vita vissuta a stento”.

Nel suo viaggio verso Rookford, malgrado il suo scetticismo iniziale, Florence si confronterà con l’immagine sfocata di un bambino fantasma che le appare ripetutamente, continuando così a sfidare ogni spiegazione logica. Dopo una serie di strani avvenimenti, occorrerà una grande dose di coraggio, affinché Florence possa valutare gli eventi nella loro interezza e risolvere, così, il complesso e pericoloso enigma.
“Il film non ha la pretesa di stabilire se i fantasmi esistono”, afferma la Hall. “Piuttosto, intende spiegare perché abbiamo bisogno di loro. Se i fantasmi non esistessero, sentiremmo il bisogno di inventarli. Abbiamo tutti bisogno di un sistema di credenze e abbiamo tutti bisogno di questo sfogo immaginativo. Raccontiamo storie al fine di comprenderci meglio. È questo il messaggio avvincente di 1921 - Il Mistero di Rookford che si svela una volta che Florence arriva in quel collegio”.


Rookford e i suoi abitanti
Dopo il suo arrivo a Rookford, lo scetticismo della protagonista si rivela essere fondato e, di fronte alla confusione che ha sconvolto e spaventato a morte studenti e professori, Florence è convinta che in fondo alla vicenda non vi sia nulla di sovrannaturale. Tuttavia, a ridosso della sua partenza, non tutto sembra essere a posto e, nel momento in cui Florence letteralmente finisce in acque profonde, rischiando di annegare, Mallory dovrà intervenire per evitare il peggio.
“Sin dal principio, siamo sempre stati dell’avviso che Mallory non dovesse salvare Florence”, racconta Murphy. “Era fondamentale che questa donna dal carattere forte non mollasse proprio alla fine e che Mallory non si mettesse improvvisamente a sfondare porte e a risolverle i problemi. Volevo che fosse Florence a salvare Florence e infatti, di proposito, nel film vi è un momento in cui Mallory non la salva nel modo più assoluto”.

Florence e Mallory, tuttavia, creano un contatto tra loro, in quanto entrambi “soffrono dello stesso problema, ma in modo diverso,” afferma Murphy. “Sono entrambi soli. Florence ha amato una persona che ora non è più accanto a lei e sente il bisogno di avere qualcuno al suo fianco, Mallory è circondato da fantasmi e da vuoti dopo aver combattuto la Grande Guerra e aver perso le persone amate”.
“Entrambi, però, affrontano la cosa in modo diverso. Mallory è pronto ad aprire gli occhi per vedere il vuoto intorno a sé riempirsi di defunti, mentre Florence, per buona parte del film, non lo è affatto. Alla fine, però, entrambi combattono per risolvere lo stesso problema”.

Dominic West (The Wire, 300) interpreta Mallory, vittima di ferite fisiche ed emotive. “È un uomo veramente devastato”, dice l’attore del suo personaggio, “È affetto da psicosi post-traumatica da bombardamento. La guerra gli lascia anche una ferita che mantiene in vita togliendo la crosta di volta in volta. Tre anni dopo la fine del conflitto mondiale, continua a torturarsi. È un autolesionista, perché è arrabbiato con il mondo e perché si sente in colpa per essere sopravvissuto alla guerra. La ferita è un’immagine forte, è una manifestazione fisica della sua vita interiore”.
“Come moltissime persone negli anni 1920, Mallory è un superstite e parla quotidianamente con i suoi amici defunti. Secondo lui, ruota tutto intorno ai fantasmi, poiché li vede tutti i giorni e sono quindi una presenza costante”.

Spronato dall’infermiera del collegio, Mallory va a trovare Florence e cerca di convincere la scettica a recarsi a Rookford. “Florence ha una spiegazione razionale per il cosiddetto sovrannaturale ed è suo compito dimostrare alle persone che la morte segna la fine di tutto”, spiega Dominic West. “Tuttavia, Mallory è estremamente scettico rispetto alle posizioni mantenute dalla protagonista. Secondo lui, è ridicolo che Florence non creda agli spiriti, perché lui ci convive tutti i giorni. Inizialmente, entrambi si trovano su due posizioni opposte e lui è molto severo con lei”.
Piano piano, Mallory si rende conto che anche Florence soffre quanto lui. “Cominciano a legare di più, proprio quando lei comincia a vedere delle cose”, dice West. Il titolo (inglese originale “The Awakening”, ndt) si rifà al risveglio della protagonista e alla presa di coscienza di un trauma particolare vissuto in passato e sepolto ormai da tempo. Per Mallory, invece, si tratta del risveglio della sua anima e della riscoperta dell’amore dopo una lunga tortura. Un film profondamente romantico e commuovente che avrà, spero, un impatto profondo sul pubblico”.

Nonostante la storia si concentri intorno alle figure di Florence e Mallory, durante le vacanze natalizie a Rookford restano con loro due personaggi chiave: l’infermiera della scuola, Maud Hill e un giovane alunno, Tom, che è costretto a rimanere al collegio perché i suoi genitori vivono all’estero.
La candidata all’Oscar Imelda Staunton (Il Segreto di Vera Drake, Harry Potter) interpreta il ruolo di Maud. “È una storia davvero avvincente”, commenta l’attrice. “Quando ti trovi di fronte ad una sceneggiatura del genere, non c’è niente che un attore possa sperare di più. Se hai in mano una sceneggiatura da quattro soldi ti senti frustrato, ma questa è piena di psicologia ed emozioni. Si tratta di un’opera complessa, perché affronta moltissimi aspetti della condizione umana e, di volta in volta, scopriamo qualcosa in più rispetto ai segreti nascosti dai singoli personaggi”.

“Il film è ambientato in un periodo storico particolare ed è molto commuovente”, prosegue la Staunton. “Nel film si scava all’interno di quel periodo e viene evidenziato il fatto che non erano per niente tempi confortevoli. Non erano affatto tempi in cui si sentiva dire in giro ‘Forza, andiamoci a fare un bicchiere tutti insieme’, piuttosto è stata un’epoca austera”.
La Staunton trascorre gran parte del film accanto al bambino Tom, interpretato da Isaac Hempstead-Wright (Games of Thrones). “Ho girato un sacco di scene con Isaac e siamo stati molto bene insieme”, dichiara la Staunton. “Quel vecchio detto che dice ’evita di lavorare con i bambini’ non è affatto vero. Sinceramente non l’ho mai pensato e dico così perché state parlando con una che ha interpretato Dorothy ne Il mago di Oz! Lavorare insieme ai bambini in 1921 - Il Mistero di Rookford è stata un’esperienza fantastica”.

Il personaggio di Tom è assolutamente essenziale ai fini della storia e il casting è stato fondamentale. “Credo che al pubblico piaccia guardare i film attraverso gli occhi dei bambini”, dichiara Thompson. “Alcuni dei film più belli in cui ho lavorato ruotavano intorno a dei bambini. I bambini possono essere, come lo è stata la nostra giovane star, assolutamente sorprendenti. Isaac è un attore di una competenza e raffinatezza incredibili. Credo che abbia conferito un’enorme fiducia e altrettanta sicurezza al personaggio”.
Di fatto, il giovane attore è stato l’ultimo ad essere visto dagli addetti ai provini. “Il direttore del casting mi inviò le registrazioni dopo aver lavorato duramente con numerosi bambini”, racconta Murphy. “Si erano presentati dei bambini incredibili, e molti di loro che avevano fatto il provino per la parte di Tom, sono stati poi presi nel film per interpretare gli altri bambini”.

“Per Isaac mi è stato inviato un link e io mi trovavo a casa dei miei genitori con la mia famiglia. Ero seduto al tavolo della cucina e stavo guardando le registrazioni e mia madre e mia moglie erano alle mie spalle. Quando videro Isaac, dissero entrambe ‘è lui, è lui’. Era stato l’ultimo, ma loro avevano ragione. C’era qualcosa in Isaac, la sua abilità nel saper fare altro mentre recitava. Impari a conoscere bambini estremamente precoci e sorprendenti, ma fondamentalmente stanno giocando a fare gli adulti. La particolarità grandiosa di Isaac è che impersonava un bambino. E noi avevamo bisogno di un bambino”.


Le location: case infestate.
Mentre le scene che riprendono gli esterni di Rookford sono state girate a Lyme Park nel Cheshire, poiché la maggior parte del film si svolge all’interno ed intorno alla scuola, i cineasti hanno optato per tre diverse case di campagna situate nei Borders scozzesi nei pressi di Berwick-upon-Tweed: le tenute di Gosford, Manderston e Marchmont House.
“Stavamo girando in una delle case, quando ci siamo accorti di una specie di scarabocchio sul calcestruzzo e abbiamo visto inciso il nome di Walter. Il nome sembrava essere stato cancellato dalla mano di uno spirito”, ricorda Murphy.
“Ora, Walter è il nome del bambino che muore all’inizio del film e Rebecca se ne uscì dicendo ‘Gli scenografi hanno fatto davvero un ottimo lavoro.’ Ma dopo abbiamo scoperto che non erano stati affatto gli scenografi e, insieme, abbiamo esclamato, ‘Uh, raccapricciante!’”

Murphy desiderava dei luoghi in cui i suoi personaggi potessero respirare, ecco il perché delle varie location. “Volevamo avere a disposizione più spazio possibile”, racconta il regista. “Non volevamo che tutto si svolgesse in una piccola scuola. Se la maggior parte del film si svolge all’interno di una casa, non puoi scegliere di ambientare le vicende in un piccolo edificio nel bel mezzo del nulla e pretendere di raccontare la tua favoletta del terrore alla Henry James. Non funzionerà mai. Ci serviva posto e spazio per permettere ai bambini di scorrazzare facilmente al suo interno. Abbiamo quindi scelto gli spazi più grandi possibili tra quelli che siamo riusciti a trovare”.

Thompson aggiunge: “A volte le case avevano un’aria misteriosa. Ci è stato raccontato che in una di esse è avvenuta una sparatoria molto simile a quella presente nel film. Di notte, questi luoghi avevano un’atmosfera spettrale e densa ed è proprio questo il motivo per cui Nick le ha scelte: non erano semplicemente delle scenografie da set cinematografico. Erano posti pieni di storia e sono sicuro che molti fantasmi vagassero intorno alle case in cui abbiamo girato”.


Appunti sulla Grande Guerra
“L’ambientazione del film nell’immediato dopoguerra è stato un altro elemento di forte richiamo che mi ha portato a prendere parte al progetto”, racconta l’attrice protagonista Rebecca Hall. “L’esperienza collettiva di stress posttraumatico, fortunatamente, è stato un caso unico e circoscritto nella storia d’Inghilterra. Tutta la nazione soffriva. Non vi era persona che non fosse in lutto. Nessuna famiglia ne è stata risparmiata”.
“Prima dell’inizio delle riprese di 1921 - Il Mistero di Rookford, ho letto Addio a tutto questo di Robert Graves, il testo The Great Silence: 1918-1920. Living in the Shadow of the Great War di Juliet Nicholson e tanta poesia sulla Guerra.
Ho anche ascoltato molta musica di quel periodo. A livello culturale, tutto stava cambiando moltissimo e quell’orribile Guerra provocò una scossa sismica nella società”.

Di tutti i soldati europei chiamati alle armi tra il 1914 e il 1918, 8 milioni sono rimasti uccisi, 7 milioni rimasero disabili a vita e 15 milioni riportarono gravi ferite. In Gran Bretagna, l’arruolamento fece indossare l’uniforme a quasi tutti gli uomini fisicamente idonei e di questi, più di 750.000 persero la vita e 1.700.000 rimasero gravemente feriti. Secondo una stima, morì il 30% degli uomini che nel 1914 aveva un’età compresa tra i 20 e i 24 anni e il 28% dei giovani tra i 13 e i 19 anni.

La guerra provocò anche seri danni psicologici nella popolazione: la psicosi post-traumatica da bombardamento, i traumi e i sensi di colpa dei superstiti. Anche la mancanza di un sostegno economico fece sì che non fossero solo i soldati a soffrire. Secondo alcune fonti, 160.000 donne persero i loro mariti e 300.000 bambini rimasero senza un padre.
Il censimento del 1921 riportava che ogni 1.000 uomini c’erano 1.209 donne nubili di età compresa tra i 25 e i 29 anni.

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